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Claude Sautet, regista timido. Un documentario racchiude la biografia di un gigante 

Claude Sautet e Romy Schneider

Da Les choses de la vie (L’amante) a César et Rosalie (È simpatico, ma gli romperei il muso), Claude Sautet ha ritratto con sguardo unico la società in fermento degli anni ’70-’80. Il documentario di Arte in italiano ne ripercorre la vicenda umana e professionale.

“Ero un ragazzo timido, quindi non sapevo esprimermi, ancora adesso ho problemi. Quando sei timido puoi vedere meglio il volto delle altre persone. Perciò hai un dono naturale per l’osservazione. E quando sei adulto, tutto quello che hai accumulato viene fuori, non so con quale processo”.

Nato a Montrouge nel 1924, Claude Sautet si è spento a Parigi nel 2000. Regista e sceneggiatore, con la sua personalità ha segnato profondamente il cinema francese. Poco prolifico, ha diretto in tutto tredici pellicole, realizzate tra il 1959 e il 1995, da Classe tous risques (Asfalto che scotta) a Nelly et Mr Arnaud. Dopo essersi cimentato nel noir, a partire dai primi anni Settanta si rivela un finissimo osservatore della coppia, con pellicole permeate da tematiche quali l’amicizia, il tempo che passa, l’amore, con una particolare attenzione all’incertezza dei rapporti sociali e affettivi.

Claude Sautet e Romy Schneider

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