Sorpresa! Un easter egg storico-artistico si nasconde (ma neanche troppo) in La regina degli scacchi: un omaggio a una pittrice francese la cui vicenda umana e professionale si riflette nelle tematiche affrontate dalla fortunata serie targata Netflix.
La miniserie in sette puntate “La regina degli scacchi” (in originale The Queen’s Gambit, da una mossa di apertura di partita), scritta e diretta da Scott Frank, è stata definita da molti “la sorpresa dell’autunno”. Ambientata negli anni sessanta, narra la vicenda di Elizabeth Harmon (Anya Taylor-Joy), un’orfana prodigio degli scacchi, che scala le classifiche in un mondo dominato dagli uomini. Sebbene ispirata a un romanzo di formazione di Walter Tevis, la storia è frutto di fantasia.
Forse non tutti l’hanno notato, ma la serie presenta un acuto riferimento alla storia dell’arte che getta luce su una figura intrigante della pittura: Rosa Bonheur. Succede nel secondo episodio: Elizabeth è accolta nella sua nuova casa dalla madre adottiva, Alma. “Sono stampe di Rosa Bonheur”, spiega la donna riferendosi alle opere Berger des Pyrénées (1864) e Tigre (1850) appese alle pareti del salotto.
Sembra un dettaglio insignificante, eppure la vicenda umana della pittrice francese si riflette chiaramente in alcune tematiche affrontate nella serie. Rosa Bonheur, nata nel 1822, è stata cresciuta da una madre single, che manteneva la famiglia dando lezioni di pianoforte, e che è morta quando Rosa era ancora adolescente. Il rapporto tra la protagonista e la madre Alma, pianista mai sbocciata abbandonata dal marito, ne è un chiaro riflesso.
Ma soprattutto, Bonheur diventa una delle pittrici più celebrate della propria epoca: spesso si travestiva da uomo per dipingere i suoi soggetti favoriti, gli animali. È stata inoltre la prima donna a ricevere la Légion d’honneur per le arti in Francia. La serie tv ricalca la vicenda umana della pittrice anche in questo: la passione competitiva per gli scacchi di Elizabeth strizza l’occhio a quella di Rosa per l’arte, ed entrambe le donne riescono ad imporre il proprio talento in un mondo dominato dagli uomini.