E’ Delfina Fendi la personalità di spicco scelta da Sotheby’s per curare la prima edizione milanese dell’asta “Contemporary Curated”
La vendita parte oggi, giovedì 10, e prosegue sino al 17 dicembre. Il format è quello di un’asta co-curata che ha visto, nelle edizioni passate a Londra e New York, tra i suoi guest personalità del calibro di Oprah Winfrey e Massimo Bottura. E del campo della moda come il direttore artistico di Dior Homme Kim Jones, il direttore artistico di Louis Vuitton Virgil Abloh, Erdem e -tra le più recenti, aprile 2020 – Margherita Missoni.
Per il debutto dell’edizione milanese, è stata assembrata una selezione eclettica di opere dal dopoguerra ad oggi: Carla Accardi, Fausto Melotti, Luigi Ontani, Shozo Shimamoto, Sam Francis, Robert Rauschenberg fino alla generazione di artisti emergenti, tra cui Matt Mullican, Inka Essenhigh, Marcel Dzama e Pascale Marthine Tayou.
Delfina Fendi, erede di quarta generazione della casa di moda Fendi, è una designer di gioielli. Nota per i suoi modelli di ispirazione surrealista, ha iniziato nel 2007 lanciando “Delfina Delettrez”. Nel 2009, il Musée des Arts Décoratifs del Louvre di Parigi ha acquistato il suo anello “Kiss a Frog” e il braccialetto “Original Sin”, rendendola una delle designer più giovani rappresentate nella collezione permanente del museo.
Per l’asta ha selezionato un gruppo di 15 opere tra cui Cesare Tacchi “Col Telefono” (€30,000–40,000), Wolfgang Laib “Reishaus” (€35,000–45,000), Jasper John “High school days”(€20,000–40,000) e ancora lavori di Joan Miró, Robert Rauschenberg, Lucio Fontana, Giorgio Morandi, Fausto Melotti, Fortunato Depero e Luigi Ontani.
Insieme agli esperti di Sotheby’s, Delfina, con questo progetto, racconta un aspetto meno noto di ciò che ispira la sua creatività. L’ambiente circostante ha sempre influenzato il lavoro di Delfina, cresciuta tra Roma e Rio de Janeiro. Per Delfina un’idea può nascere dovunque, da qualsiasi cosa e in qualsiasi momento: una conversazione, un oggetto, un’opera d’arte, la natura e persino un’esperienza. Definita da The Times come “una delle designer di gioielli più innovative e con cult status in circolazione”, Delfina, che rivela “amo fare l’alchimista”, stravolge le regole per creare gioielli raffinati pensati per le giovani donne, ispirandosi al corpo umano, alla natura e con suggestioni dalle memorie d’infanzia.
Da quando ha lanciato la sua linea nel 2007 presso il concept store parigino Colette, Delfina è diventata sinonimo del fenomeno dell’orecchino singolo, degli elaborati bracciali one of a kind, delle gemme capovolte e della serie di gioielli “anatomici” con nasi e labbra, così come il suo caratteristico motivo dell’occhio Vittoriano ‘lover’s eye’.
Gli ultimi lavori di Delfina vivono un senso più concettuale del surreale – invece di aggiungere, lei sottrae, creando “montature fantasma” che danno l’illusione di gioielli raffinati che fluttuano intorno al corpo. Delfina ha inoltre un vero talento nell’abbinare arredi a oggetti di casa e quindi, antichità romane con piastrelle napoleoniche e mobili Mid-Century italiani – uno stile non solo presente nei suoi disegni, ma che si riflette nell’ambito di questa vendita.
Il suo lotto preferito è Col Telefono di Cesare Tacchi. Attratta dal suo “effetto cuscino”, il lavoro le ricorda i tempi recenti del lockdown, mentre la tela di Mario Schifano Al Mare ha rievocato un suo ricordo d’infanzia.
Sorrido sempre vedendo un’opera di Mario Schifano, mi riporta alla mia infanzia. – racconta Delfina – Quando eravamo piccoli, mio fratello aveva un bellissimo dipinto di dinosauro nella sua stanza e sono cresciuta credendo che fosse stato magistralmente dipinto da lui, fino a quando un giorno ho scoperto che in realtà era un’opera del genio di Schifano!”
sfoglia qui la gallery delle opere selezionate da Delfina Fendi
Parlando dell’asta e della sua passione per l’arte Delfina racconta:
Fin da giovanissima, mi è stato insegnato che tutti gli oggetti hanno emozioni. Una sedia non è solo una sedia, né un dipinto è solo un dipinto: tutti hanno il potere di stimolare l’immaginazione, assumendo nuovi significati, ben al di là della loro esistenza materiale. Mi sono dedicata a questa edizione di “Contemporary Curated Milan” così come mi relaziono al mio lavoro e al collezionismo, attratta dalle opere più evocative. Il mio cuore ha scelto Cesare Tacchi, ne ho uno a casa ed adoro la morbidezza della sua forma e il suo materiale. Quando penso a questo lavoro, immagino di essere immersa in una conversazione telefonica con una persona cara. L’arte può offrire una fuga dalla realtà e spero che questi lavori aprano qualche porta a tutti, proprio come è successo a me, invitandomi all’indagine e all’approfondimento.”