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Gli scenari pluridimensionali di Ruby Onyinyechi Amanze esplodono alla Collezione Maramotti, una prima italiana

ruby onyinyechi amanze, HOW TO BE ENOUGH, tecnica mista su carta, 3 x 17 metri, particolare © the artist Ph. Sahar Coston-Hardy
ruby onyinyechi amanze, HOW TO BE ENOUGH, tecnica mista su carta, 3 x 17 metri, particolare
© the artist Ph. Sahar Coston-Hardy
HOW TO BE ENOUGH: Collezione Maramotti, dal prossimo 21 febbraio, presenta il lavoro della giovanissima ruby onyinyechi amanze, alla sua prima mostra personale in Italia. L’artista nigeriana ha concepito un nuovo disegno pluridimensionale per la Pattern Room della Collezione, lavorando su una scala monumentale mai sperimentata prima. L’opera si compone di 15 fogli di carta che si estendono a tutta altezza e larghezza sulla lunga parete centrale della sala, dando vita a un grande “affresco su carta” contemporaneo.

amanze si concentra da anni sul disegno, lavora con tecniche diverse, dalla grafite agli acrilici, fino alle matite colorate, all’inchiostro, alla vernice. La spessa carta cotone su cui disegna non è per amanze solo un supporto, non è trattata come una superficie bidimensionale, ma diventa medium sculturale e strutturale da manipolare, fragile e forte allo stesso tempo, con cui creare fisicamente e visivamente diversi livelli di profondità e di relazione con l’osservatore.

Il suo immaginario fantastico si compone di alcune figure principali, che costituiscono le unità lessicali di un discorso che non si considera narrativo: la carta, le creature ibride di ada the Alien e audre the Leopard, i danzatori, gli elementi architettonici, le piscine e i tuffatori, le motociclette, gli uccelli sono elementi che ritornano e si ricombinano tra loro in infinite configurazioni possibili.

Protagonisti di una mitopoiesi con caratteri di ordinaria straordinarietà, questi personaggi interagiscono tra loro come soggetti di un universo familiare, avvicinandosi, allontanandosi, offrendo protezione gli uni agli altri. L’artista gioca con queste figure che fluttuano e si muovono su estesi fondi bianchi – densi vuoti nei quali la forza di gravità è apparentemente sospesa e l’azione è fissata in un fotogramma – per esplorare il concetto di spazio, centrale nella sua ricerca.

Nata in Nigeria, cresciuta nel Regno Unito e attualmente con base tra Philadelphia e New York, amanze definisce molti luoghi come “casa”. Lo spazio è per lei una realtà fisica, architettonica, ma anche una dimensione mentale, emozionale e mobile, in cui emergono e si sovrappongono piani diversi, dai confini porosi. Il suo spazio non si identifica con un luogo specifico, ma rimanda a scenari fluidi, stratificati, immaginifici, con i quali l’artista, come lo spettatore, entra in una forma di relazione, che può darsi come stupore di scoprirsi parte integrante, immersa nel mondo rappresentato, o di porsi come sguardo esterno, osservante, di ciò che si dispiega come un diorama davanti ai nostri occhi.

Grande appassionata di danza – a cui spesso fa riferimento per studiare forme, posizioni e interazioni per le sue figure – e danzatrice a sua volta, amanze presenterà una performance presso la Collezione a giugno 2021.

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