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Aspettando Godot: il teatro che attende, ma non si arrende. La ripartenza del Franco Parenti di Milano

Franco Parenti Franco Parenti
Andrée Ruth Shammah
Andrée Ruth Shammah

Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management della Cultura e dei Beni Artistici” di Rcs Academy”, tenuto nel mese di gennaio 2021 da Luca Zuccala, vicedirettore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.

“La gente vuole salvarsi la pelle, ma anche l’anima”. Così la direttrice Andrée Ruth Shammah
Il Teatro Franco Parenti di Milano entra nel 50esimo anno di attività nel periodo più buio per i teatri e decide di sancirlo con un’augurazione, una serata speciale per riportare gli spettatori in sala e farne i veri protagonisti. 100 gli invitati, tutti ‘tamponati’ e distanziati, 50 quelli collegati in diretta streaming.

Il 16 gennaio (una data non casuale, lo stesso giorno nel 1973 andava in scena l’Ambleto di Testori sullo stesso palcoscenico) il teatro milanese è stato, infatti, il luogo di un gesto simbolico di grande impatto che ha permesso di rivedere una sala piena dopo mesi di dolorose assenze.

Le persone presenti sono state scritturate come comparse di un video, che sarà solo una parte di quello pensato per celebrare l’intero anniversario, e di un’inchiesta giornalistica condotta da Giangiacomo Schiavi del Corriere della Sera, che interrogava gli spettatori sul senso del teatro. Il pubblico, fatto di amici, abbonati fedelissimi, giornalisti e alcuni volti noti come Claudio Bisio, Corrado Tedeschi e Massimo Recalcati, ha ridato vita alle poltroncine in velluto rosso e ha preso la parola per riaffermare la potenza e l’importanza del teatro per la comunità e per la vita di tutti.

Franco Parenti
Franco Parenti

Alcuni hanno raccontato avvenimenti personali legati a doppio filo al teatro, come un ragazzo che ha detto di aver incontrato l’amore proprio in questo luogo magico, e hanno ammesso di sentirne profondamente la mancanza.

La volontà della direttrice del teatro, Andrée Ruth Shammah, era in effetti proprio questa: rimettere al centro gli spettatori, affermare con forza la loro volontà di tornare a teatro, che è cura per l’anima, luogo del sogno e, soprattutto, spazio in cui si fa cultura incontrandosi.

“Il punto non sono i lavoratori dello spettacolo, l’emergenza disoccupazione riguarda molte altre categorie. I teatri non vanno riaperti perché lo chiedono i teatranti, ma il pubblico. Come hanno fatto gli studenti chiedendo di tornare a scuola. Mi piacerebbe capire se i nostri spettatori sentono la stessa necessità”.

Durante la serata Massimo Recalcati ha letto un’anticipazione del suo script per uno spettacolo teatrale che andrà in scena al Parenti, un’altro gesto di auspicio affinché si possa tornare presto a teatro per arricchire il proprio spirito.

Ma questa non è stata la prima idea originale del teatro Franco Parenti e della sua vulcanica direttrice, già durante il primo lockdown, infatti, si era distinto per inventiva e coraggio promuovendo diverse iniziative. Prima fra le altre quella di voler realizzare, in collaborazione con la Regione Lombardia, un teatro itinerante che attraversasse durante l’estate tutte le cittadine lombarde più colpite dalla pandemia. Un’idea che ricorda il teatro di una volta, fatto di gente nelle piazze e stupore e che ha dato una prova tangibile del fatto che il teatro reagisce alle avversità e può consolare chi le deve affrontare.

Franco Parenti
Franco Parenti

Poi il teatro all’aperto ai Bagni Misteriosi, tantissimi eventi e spettacoli nel massimo rispetto delle norme Covid per rallegrare le serate estive dei milanesi e rinfrancarne lo spirito con cultura e sana comicità.

Infine, la volontà di creare una piccola casa di produzione audiovisiva per realizzare spettacoli pensati per lo streaming di qualità e, soprattutto, la trovata di dare vita a RadioParenti con la consulenza di BVMedia per costruire un palinsesto articolato fatto di radiodrammi, interviste, rubriche, speciali dietro le quinte e materiale d’archivio.

La radio e il teatro, infatti, sono due linguaggi che hanno molto in comune, utilizzano entrambi la voce per far viaggiare chi ascolta con la fantasia, per evocare mondi che non esistono, ma anche per vedere la realtà con gli occhi di qualcun altro.

Tutto questo a dimostrazione che il teatro Franco Parenti non si è arreso, ma lotta con tutte le sue forze per far sentire la propria voce, per confermare la propria presenza, per riaffermare quel senso di comunità che si sta perdendo e dire a gran voce che il teatro è di tutti e per tutti e che svolge un servizio pubblico alla stregua delle altre istituzioni culturali, come la scuola, i cinema o i musei, che meritano di essere riaperti.

 “Al governo chiediamo una strategia per la ripartenza, al pubblico la passione: il nostro teatro esisterà ancora, solo se sentiamo tutti l’appartenenza a questo luogo, alla stessa comunità” (Andrée Ruth Shammah).

In questi giorni di prime deboli riaperture il teatro aspetta ancora un si che possa permettergli di ridare lavoro a tanti, ma soprattutto di riaccogliere tutti i cittadini che ne sentono il bisogno e che lo reclamano a gran voce.

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