Ottanta immagini del “fotografo che inseguiva i fantasmi” sono protagoniste di un riallestimento che diventa esposizione permanente all’interno del Palazzo del Duca, a Senigallia. Sono le opere che l’artista stesso aveva donato alla sua città natale negli anni ’90.
Nel 2020 si è celebrato il ventennale dalla scomparsa di Mario Giacomelli, nato a Senigallia nel 1925. Nel corso della sua carriera, l’artista noto in tutto il mondo per il ll bambino di Scanno (1957), ha creato una drammaturgia fotografica appena ancorata al reale, in un costante tentativo di afferrare i fantasmi immaginativi degli oggetti presi in esame.
Per celebrare il fotografo, il Comune di Senigallia, città della fotografia, ha dedicato un’ala del Palazzo del Duca a un’esposizione permanente delle sue opere donate negli anni ‘90 dall’artista stesso al Comune. Si potranno così ammirare circa ottanta fotografie selezionate e allestite in collaborazione con gli archivi Giacomelli, rappresentati dai due direttori Simone Giacomelli e Katiuscia Biondi. L’occasione per (re)immergersi nell’universo poetico del grande fotografo senigalliese, esplorato attraverso una lettura innovativa che ne sottolinea temi e suggestioni.
L’opera del maestro viene proposta non in modo antologico, per anni e per serie. A spiccare, quale tratto saliente della personalità – privata e fotografica – di Mario Giacomelli è il forte radicamento alla sua terra. Si spostava malvolentieri, ma nonostante ciò riuscì sin da subito attraverso la sua arte a superare i confini geografici. Il suo lavoro, caratterizzato da un forte spirito di sperimentazione e da una vorace volontà di ricerca, ha segnato per sempre la storia della fotografia italiana.