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Tra “classicità” e digitale. Il mercato della numismatica resiste alla pandemia

Agrigento, Tetradramma 410-406ca, Ar 17,08. Realizzo: 425.000 CHF. Ex Numismatica Ars Classica NAC AG, Asta 120 07/10/20, lotto 247. Agrigento, Tetradramma 410-406ca, Ar 17,08. Realizzo: 425.000 CHF. Ex Numismatica Ars Classica NAC AG, Asta 120 07/10/20, lotto 247.
Agrigento, Tetradramma 410-406ca, Ar 17,08. Realizzo: 425.000 CHF. Ex Numismatica Ars Classica NAC AG, Asta 120 07/10/20, lotto 247.
Agrigento, Tetradramma 410-406ca, Ar 17,08. Realizzo: 425.000 CHF. Ex Numismatica Ars Classica NAC AG, Asta 120 07/10/20, lotto 247.

Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management della Cultura e dei Beni Artistici” di Rcs Academy”, tenuto nel mese di gennaio 2021 da Luca Zuccala, vicedirettore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.

Quello della Numismatica è un settore di nicchia che vive un momento florido nonostante la crisi, o meglio, grazie alla crisi? Il dott. Arturo Russo, amministratore della sede di Londra della Numismatica Ars Classica NAC AG, ci spiega che cosa sta succedendo in questo mondo poco conosciuto. La casa d’asta NAC, nata nel 1988, è considerata leader mondiale tra le case d’aste nella monetazione greca, romana, bizantina e italiane, con sede a Londra, Zurigo e Milano. Negli anni si è distinta per l’eccezionalità delle collezioni messe in vendita come: asta 13 del 1997 , asta 24 del 2002, fino ad arrivare al 2020 con l’asta 121.

Il settore della numismatica sta reagendo bene ai cambiamenti dettati dal Covid, perché secondo lei?

Nel periodo di lockdown, la limitata attività lavorativa ha permesso ai collezionisti di avere più tempo per i loro interessi. Questo periodo ha dato a tutti la possibilità di cambiare la propria routine, passare più tempo a casa ha permesso di scoprire cose nuove: abbiamo nuovi acquirenti che non avevano mai partecipato alle aste. Allo stesso tempo, tutti i beni da collezione sono visti come bene rifugio e quindi sono stati fatti maggiori investimenti.

Quando parla di “investimenti” fa riferimento a fondi d’investimenti specifici?

No, con “investimento” non intendo quei fondi di investimenti specializzati che esistono per l’arte contemporanea, dove la componente speculativa ha un ruolo importante. Per fortuna il nostro mercato è composto almeno all’80% di collezionisti e appassionati. Tuttavia il collezionista di numismatica vede la propria collezione come una forma di diversificazione del proprio portafoglio di investimenti. In questo momento di incertezza finanziaria, vi è la tendenza a investire una parte più consistente delle proprie risorse nella collezione.

I valori dell’oro durante il 2020 hanno raggiunto il record storico. Secondo lei, quanto l’andamento dell’oro ha influenzato il mercato numismatico?

Storicamente il prezzo delle monete aumenta assieme al valore dell’oro. Ma questo avviene solo perché sono entrambi beni rifugio. Tuttavia il prezzo dell’oro non ha alcun rapporto con quello delle monete: il valore intrinseco dell’oro è talmente basso rispetto a quello numismatico che non causa una variazione nel valore delle monete.

Quale delle aste di Numismatica Ars Classica NAC AG rifarebbe oggi perché favorite dalla situazione attuale?

Le condizioni oggi, come si è detto, sono nettamente migliorate: noi facciamo aste dal 1989, ma il mercato ha avuto un enorme aumento di prezzi a partire dal 2004\2005. Ad esempio l’asta 13 (Greek Coins of Megna Gaecia and Sicily ex Collection Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig), se rifatta oggi, realizzerebbe molto di più rispetto a quello che fece nel ‘97, oppure l’asta 24 del 2002 (A HiglyImportant Collection of Roman and Byzantine Gold Coins, Propriety of an EuropeanNobelman), che all’epoca realizzò intorno ai 10 milioni di franchi, ottimo risultato per il mercato di quegli anni, oggi realizzerebbe anche tre volte tanto.

Mai come in questi mesi si è sentita la presenza del digitale: come sta cambiando il suo mestiere?

Il digitale ha cambiato tantissimo il mio lavoro. La tecnologia permette di partecipare all’asta in modo interattivo e interessante da ogni parte del globo. Molte aste ottengono questi grandi risultati grazie all’on-line, anzi, in alcuni casi, alcune non avrebbero avuto luogo: sarebbe impensabile, oggi, fare delle aste solo al telefono. Il digitale ha permesso la sopravvivenza del mondo dell’arte, che altrimenti sarebbe stato danneggiato in maniera pesantissima da questo periodo di crisi.

Questo per quanto riguarda il momento della vendita all’asta, ma che cosa pensa della digitalizzazione del momento della viewing: non ha paura che si perda qualche cosa?

Il momento della viewing è un momento fondamentale perché permette la valutazione della moneta. Ma, a differenza di altri ambiti di collezionismo, i collezionisti di numismatica sono abituati a comprare tramite fotografia. È vero che l’impossibilità di vedere dal vivo alcune monete rappresenta un piccolo danno, ma sicuramente meno rispetto ad altri ambiti dell’arte.

Per quanto riguarda il mercato Italiano, a cosa si assiste oggi?

Purtroppo il mercato Italiano vive ancora un’incertezza dovuta a un sistema burocratico lento e farraginoso. Basti pensare alla riforma L.4 agosto 2017, 124, che avrebbe dovuto introdurre una soglia di valore di 13.500 Eur per la libera circolazione di beni artistici, in realtà è stata svuotata di senso dal fatto che il Ministero può sempre porre notifica, anzi ha dilatato i tempi per farlo (da 40 giorni a 60). Negli ultimi mesi ci sono state notifiche ingiustificate e degli acquisti coattivi irragionevoli. Soprattutto in una situazione di crisi come questa, è incredibile che lo Stato spenda tempo e risorse dietro monete comuni e di scarsa importanza. Fino a quando non si troverà una normativa più seria, l’attenzione verso il mercato italiano resterà disincentivata.

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