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Draghi sceglie i sottosegretari. Ai Beni Culturali torna la leghista Lucia Borgonzoni

Lucia Borgonzoni Lucia Borgonzoni
Lucia Borgonzoni
Lucia Borgonzoni

La Borgonzoni, senatrice bolognese, 44 anni, fece già parte del Governo Conte I proprio come sottosegretario ai Beni culturali

L’attesa per le nomine del cosidetto “sottogoverno” è stata lunga. Ma alla fine, almeno per quel che riguarda il Ministero per i Beni Culturali, la montagna – se ci si passa il logoro refrain – ha partorito il topolino. Non tanto per la qualità del sottosegretario scelto, ovvero la leghista Lucia Borgonzoni. Ma quanto per il fatto che si tratta di uno dei tanti ritorni, in barba alla discontinuità tanto sollecitata dal presidente Mattarella quanto sbandierata dal premier Draghi: visto che la senatrice bolognese fece già parte del Governo Conte I proprio come sottosegretario ai Beni culturali.

Anche sulla qualità, comunque, c’è un episodio che inchioda le sorti del “nuovo” sottosegretario, in larga parte dell’opinione pubblica. Ovvero la candida ammissione della Borgonzoni, ospite della trasmissione di Radio1 “Un giorno da pecora”: “Non leggo un libro da tre anni”. Il che non la qualifica certo al meglio agli occhi dei tantissimi detrattori. A titolo di cronaca, il volume con il quale la politica dette l’addio al ruolo di lettrice – come potete vedere nel video qui sotto – fu “Il castello” di Kafka.

44 anni, diplomata in Arti figurative all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, Lucia Borgonzoni ha lavorato come designer di interni. Oltre a esporre sue opere d’arte in diverse mostre in Italia. I suoi primi passi nella politica risalgono al 2011, quando viene eletta consigliere comunale di Bologna. Passo successivo alle elezioni comunali del 2016, nelle quali si candida alla carica di sindaco di Bologna per la coalizione di centro-destra, andando al ballottaggio sconfitta poi dal sindaco uscente Virginio Merola, del Pd. Alle elezioni politiche del 2018 viene eletta senatrice, e – come detto – entra a far parte del Governo Conte I. A ottobre del 2019 risale poi la sfortunata candidatura alla presidenza dell’Emilia-Romagna, che vede l’affermazione di Stefano Bonaccini.

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