Si tratta di un carro cerimoniale, probabilmente il noto Pilentum, utilizzato a Pompei non per gli usi quotidiani, ma per accompagnare momenti festivi della comunità, parate e processioni
“È una scoperta straordinaria per l’avanzamento della conoscenza del mondo antico”. Così Massimo Osanna, Direttore uscente del Parco archeologico, definisce l’ultimo straordinario ritrovamento domano all’umanità da quel cantiere infinito che è Pompei. Un carro da parata integro, emerso dallo scavo della villa suburbana in località Civita Giuliana, oltre le mura della città antica, nell’ambito dell’attività congiunta, avviata nel 2017, per il contrasto agli scavi clandestini. “A Pompei sono stati ritrovati in passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i due carri rinvenuti a Villa Arianna. Ma niente di simile al carro di Civita Giuliana”, precisa Osanna. “Si tratta infatti di un carro cerimoniale, probabilmente il Pilentum noto dalle fonti, utilizzato non per gli usi quotidiani o i trasporti agricoli, ma per accompagnare momenti festivi della comunità, parate e processioni”.
“Pompei continua a stupire con le sue scoperte. E sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare”, commenta il ministro della cultura Dario Franceschini. “Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno”. Il grande carro cerimoniale a quattro ruote è stato rinvenuto nel porticato antistante alla stalla, dove nel 2018 erano emersi i resti di tre cavalli. “Una villa molto grande e particolarmente preziosa per le indagini storiche. Perché a differenza di tante altre, svuotate dalle ristrutturazioni seguite al terremoto del 62 d. C., nei giorni dell’eruzione era ancora abitata”, ricorda Osanna all’agenzia Ansa.
Il reperto preserva i suoi elementi in ferro, le bellissime decorazioni in bronzo e stagno, i resti lignei mineralizzati, le impronte degli elementi organici. Un ritrovamento unico, che non ha precedenti in Italia, in ottimo stato di conservazione. Dipinto di rosso e rivestito da decorazioni a tema erotico, destinato forse al culto di Cerere e Venere o più probabilmente ad un’aristocratica cerimonia di nozze, osserva l’Ansa. “Si tratta di una scoperta di grande valore scientifico. Un plauso e un ringraziamento al Parco Archeologico di Pompei, alla Procura di Torre Annunziata e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Per la collaborazione che ha scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e illecitamente immessi sul mercato”, aggiunge Franceschini.
“Costante in questi anni l’attenzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata alla tutela dell’immenso patrimonio archeologico presente nel territorio di competenza”. Così il Procuratore Capo di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso. “Il contrasto alla spoliazione dei siti archeologici, all’interno e fuori l’area urbana dell’antica Pompei, è sicuramente uno degli obiettivi prioritari dell’azione dell’Ufficio”.