La Fondazione Alinari per la Fotografia restituisce vita a un patrimonio fotografico di inestimabile valore, sia sul piano storico che culturale, a livello regionale, nazionale e internazionale. Si apre così un nuovo capitolo per il notissimo archivio fotografico Alinari, uno dei più grandi e famosi al mondo con un patrimonio che conta oltre cinque milioni di pezzi, tra fotografie, documenti, libri specializzati, attrezzature tecniche storiche, cui si sono aggiunte adesso quasi 260 mila immagini digitali.
Nel dicembre del 2019 questo preziosissimo archivio è stato acquistato dalla Regione Toscana con un’operazione di politica e investimento culturale tra i più importanti degli ultimi anni, che lo ha salvato dalla dispersione e dallo smembramento, garantendone la conservazione e la sua futura fruibilità e accessibilità. Un nuovo inizio dunque che segna il passaggio da una azienda privata a una istituzione pubblica; e, per gestire al meglio questo vasto patrimonio di beni fotografici, nel luglio del 2020, la Regione Toscana ha dato vita alla FAF Toscana – Fondazione Alinari per la Fotografia che, a metà febbraio 2021 si è presentata al pubblico, con il suo presidente, Giorgio van Straten, il suo direttore Claudia Baroncini e con una sede, Villa Fabbricotti, tra breve in grado di ospitare tutto l’archivio.
Tra i primi successi, la vincita di un Bando del Ministero per l’assegnazione di un finanziamento per il restauro e la digitalizzazione dei pezzi unici e tanti progetti per il futuro, primo tra tutti un luogo espositivo, per esporre parte della collezione e organizzare mostre temporanee. Tra i compiti di questa Fondazione è in primo piano la conservazione e la valorizzazione di questo incredibile archivio, con il restauro, presso l’Opificio delle Pietre dure, di quasi duemila pezzi della collezione di fotografia che verranno restaurati e digitalizzati.
L’obiettivo della direttrice Claudia Baroncini:
“La sfida più grande è che questo patrimonio diventi veramente fruibile, comprensibile e accessibile e dobbiamo lavorare da subito perché sia restituito alla comunità, al mondo della ricerca, della scuola e dell’università. Il patrimonio analogico che conta cinque milioni di pezzi ora è inaccessibile ma stiamo lavorando perché lo diventi presto a Villa Fabbricotti e intanto siamo impegnati a identificare una sede per il futuro museo e luoghi pubblici per fare attività didattica, incontrare il pubblico e narrare il nostro patrimonio. La Regione Toscana ha acquistato anche il patrimonio digitale. E ora a disposizione già fruibile c’è il sito web con 260 mila immagini che possono essere strumenti di narrazione e d formazione”.
Un lavoro intenso e inarrestabile. “Anche a Villa Fabbricotti, uno degli obiettivi è quello di creare un luogo per la formazione continua sulla storia della fotografia e sull’educazione all’immagine e un altro modo per essere presenti è quello delle mostre che cercheremo di organizzare. Una di queste è Italiae, a cura di Rita Scartoni e Luca Criscenti, un’idea già partita con la precedente proprietà e noi la stiamo portando avanti. Porterà in giro per gli Istituti Italiani di Cultura, 121 immagini di oltre 75 fotografi raccontando la storia, dagli Alinari ai maestri fotografi”.
In attesa di uno spazio espositivo della Fondazione, le foto di Alinari saranno in mostra in giro per il mondo.
A partire dall’estate 2021, in un viaggio che toccherà Europa, Asia, Africa e le Americhe, Italiae. Dagli Alinari ai maestri della fotografia contemporanea racconterà il fascino e la diversità degli italiani e dell’Italia, dei suoi paesaggi e della sua creatività. Attraverso le opere di più di 75 fotografi, viene a delinearsi un’inconsueta narrazione visiva che mette in relazione autori, tecniche e soggetti diversi, con l’intento esplicito di far dialogare fotografia storica e contemporanea, per assonanze formali e contenutistiche o per contrasti. La mostra sarà ospitata nelle sedi della rete diplomatico-consolare e gli Istituti Italiani di Cultura e il pubblico internazionale potrà così conoscere e ripercorrere gli snodi di una storia che, cominciando idealmente dagli Archivi Alinari, giunge attraverso i grandi maestri della fotografia italiana del Novecento alle sperimentazioni contemporanee.