Il Museo Poldi Pezzoli di Milano, dal 19 marzo 2021, avrebbe dovuto allestire la mostra intitolata La forma del tempo, a cura della conservatrice Lavinia Galli. Seppur il contesto emergenziale ne abbia impedito l’apertura, il catalogo – comprensivo di otto saggi di approfondimento e le schede delle opere – è però disponibile nelle librerie.
Il volume, edito da Skira, non si configura come semplice corredo all’esposizione, ma ne è un complemento. Ragion per cui, nonostante la mancata mostra, esso è stato pubblicato ugualmente. L’esposizione è nata da un’idea di Lavinia Galli, conservatrice delle opere d’arte del Museo Poldi Pezzoli di Milano e della collezione di orologeria dello stesso.
L’allestimento si prefiggeva di analizzare il tema del tempo a 360°: le trentadue opere – illustrate nella monografia – avrebbero compreso orologi, ma anche dipinti, codici e sculture di artisti tra cui Tiziano, Gian Lorenzo Bernini, Andrea Previtali, Bernardino Mei e Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio.
Viaggiando attraverso il Rinascimento fiorentino e veneziano, si giunge fino alla Roma barocca, per poi allargare gli orizzonti all’Europa e al mondo. L’orologio entra nella vita quotidiana grazie all’innovazione tecnologica del pendolo, che stimola inoltre una riflessione circa il tempo e il suo scorrere a livello filosofico, letterario e artistico.
Cuore pulsante dell’esposizione, una serie di orologi notturni italiani risalenti alla metà del XVII secolo: inventati dai fratelli Campani per Papa Alessandro VII, essi hanno conservato i quadranti originali, dipinti con allegorie del tempo per mano di famosi artisti barocchi.
Papa Alessandro VII, appartenente al casato dei Chigi, viene ricordato come mecenate delle arti e delle scienze – difatti, è stato un grande sostenitore del Bernini. Soffrendo di un’incurabile insonnia, desiderava un orologio attraverso cui, senza dover accendere un lume e ascoltare l’inesorabile e rumoroso ticchettio delle lancette, potesse leggere l’orario.
Per eliminare la questione del rintocco, i Campani escogitarono uno scappamento a mercurio; per la luce, viene realizzato un quadrante semicircolare con alcune sezioni – quelle che corrispondevano alle ore e ai quarti – traforate. Un lume a olio o una candela era poi posta all’interno della cassa di legno, dietro al quadrante, di modo che la luce filtrasse e rendesse visibile l’orario.
Il primo orologio silenzioso notturno viene sottoposto al Pontefice nel 1656. Sviluppato lo scappamento, realizzato a manovella – il mercurio corrodeva il legno ed era dannoso anche per l’uomo – Alessandro VII concede ai fratelli un brevetto papale. Questo favorisce la diffusione dell’invenzione, che a poco a poco giunge ad abitare le corti e le case di nobili di mezza Europa.
Un terzo delle opere presenti all’interno del catalogo – e che ci auguriamo presto visibili al Poldi Pezzoli di Milano – è dunque costituito da orologi notturni. La parte restante, come già accennato, consta di opere quali il dipinto Allegoria della Prudenza di Tiziano – di proprietà della National Gallery di Londra –, una statua di Papa Alessandro VII Chigi realizzata da Bernini e una grande scultura per orologio notturno a proiezione di Johannes-Jacobus Reyff.
Le più di duecento pagine della monografia invitano il lettore a immergersi nello studio del tempo attraverso un corpus di saggi interdisciplinari, che coinvolgono la storia dell’arte, della letteratura e della scienza.
Il saggio di apertura è inedito e firmato Umberto Eco: esso è dedicato al tempo ed era stato redatto dal grande scrittore in occasione del passaggio al millennio 2000, per una mostra dal titolo The history of time, presso l’Osservatorio Reale di Greenwich a Londra. Il testo di Eco spiega il tempo da un’ottica filosofica e semiotica, partendo da Sant’Agostino per arrivare a Bergson.
Lo scritto successivo è della curatrice, Lavinia Galli, che chiarisce il particolare taglio eclettico dato alla ricerca e, di conseguenza, alla mostra. La critica d’arte Cladia Cieri Via, invece, tratta di Panofsky e del suo libro Father Time, raccontando l’evoluzione dell’iconologia nel tempo. Gli altri contributi sono opere di Emilio Russo, Cristiano Zanetti, Alberto Lualdi, Francesco Ceretti.
Vista il perdurante contesto emergenziale, la Direttrice del Museo, Annalisa Zanni, aveva come obiettivo quello di realizzare un volume che potesse resistere anche dopo la chiusura della mostra. In questo caso, la mostra non c’è ancora stata ma il catalogo è già parte integrante di essa. E noi non vediamo l’ora di visitarla.
Informazioni utili
Via Alessandro Manzoni, 12, 20121 Milano MI
La forma del tempo
Catalogo acquistabile in libreria e online
30 euro