C’erano una volta le radio locali, le prime discoteche homemade, gli anni ’70, ’80, ’90. Una parte di quel mondo è volata via il 2 marzo, con la scomparsa di Claudio Coccoluto, uno dei più grandi disc-jockey che la storia ricordi.
In questo anno di stasi e chiusure, la nostalgia per quei tempi, che ora ci sembrano (o erano davvero?) rosei e spensierati, si è diffusa come un morbo inguaribile. E la morte di CocoDance, così lo chiamava chi lo ha conosciuto molto tempo fa, acuisce il dolore e il disagio.
In questi giorni lo hanno ricordato in tanti, a partire da Amadeus e Fiorello sul palco dell’Ariston durante la prima serata di Sanremo. Nella sala stampa del Festival è stata standing ovation per Claudio, mentre i social sono stati pressi d’assalto: da Simona Ventura a Alessia Marcuzzi, da Saturnino alla A.S Roma, da Dj Albertino a Ringo, queste alcune delle celebrità che si sono unite al cordoglio di tutti. I funerali si sono svolti a Roma nella Chiesa degli artisti, con una scelta lungimirante, per celebrare sia l’uomo che l’artista. Fra gli altri, erano presenti Beppe Fiorello, il Dj Ice One, Pierluigi Diaco, Giancarlino, con il quale fondò la discoteca romana Goa. Decine di palloncini bianchi lanciati in aria e il sottofondo della sua musica hanno accompagnato l’uscita del feretro dalla chiesa.
Claudio ragazzo e gli esordi
Claudio Coccoluto (1962 – 2021) è nato e ha vissuto la sua infanzia e gioventù a Gaeta, una cittadina della provincia di Latina ora presa d’assalto dai turisti; ma che all’epoca era misconosciuta come meta di vacanza. Un paradiso naturale, ma anche una realtà provinciale dove Coccoluto, come tanti giovani della sua generazione (fra i nomi noti, la cantante Tiziana Rivale, il fumettista Makkox, Marco D’Ambrosio, la giornalista Mediaset Safiria Leccese, il musicista Umberto Scipione), cercava se stesso.
Nel negozio dei genitori, sul Lungomare Caboto, zona commerciale e portuale di Gaeta, Claudio dà forma alla passione della sua vita: creare atmosfere musicali dal nulla, con l’ispirazione dei primi apparecchi elettronici venduti nel negozio di famiglia e qualche attrezzatura fai da te. Racconta Luca, che da Napoli va in vacanza a Gaeta fin dagli anni settanta: “Mia madre andava a comprare gli elettrodomestici nel negozio dei genitori di Claudio. Lì lo conobbi. Eravamo ragazzini, lui aveva qualche anno più di me e gli cedetti una batteria elettronica giocattolo con la quale faceva i suoi primi esperimenti. Due anni fa lo rividi per caso in un ristorante di Gaeta. Stava bene. Non ho parole per quello che è successo”. Proprio nell’agosto del 2019, il famoso Dj era intervenuto al Festival di musica elettronica della vicina Formia. E quando poteva, si esibiva nelle serate degli stabilimenti balneari della spiaggia di Serapo.
Luciana, titolare di un bar nella storica via Indipendenza, a Gaeta, lo ricorda così: “Claudio ed io eravamo nello stesso gruppo di amici alle scuole medie. Poi ci siamo ritrovati, entrambi dj, in una delle prime radio private locali, RDL, Radio Diffusione Libera. Coccoluto conduceva addirittura uno dei primi programmi di cucina”. Poi arrivarono Radio Andromeda, le prime discoteche, fra le quali il Seven Up di Formia, trampolino verso la capitale, il Goa di Roma, i locali di Londra e il Sound Factory Bar di New York, dove si esibì, primo europeo alla consolle. Il remix Belo Horizonti lo rese famoso in tutto il mondo. Il resto è storia. Ma per noi, ragazzi degli anni settanta, ottanta, novanta, un altro pezzo di cuore è volato via. Arrivederci CocoDance.