Una delle pittrici più radicali del secolo scorso, paladina della giustizia sociale, ispirata, nella vita come nell’arte, da grandi principi umanisti. Il Metropolitan Museum of Art dedica ad Alice Neel (1900-1984) la prima grande retrospettiva newyorkese in oltre vent’anni.
Attivisti che manifestano contro il fascismo, i vicini di casa a Spanish Harlem, i leader di una serie di associazioni politiche, artisti queer e performers, membri nella diaspora di New York. E ancora, gli acquerelli erotici degli anni ’30, i ritratti di madri o donne in dolce attesa, i nudi: ritratti potenti, legati da un candore e da un’irriverenza senza precedenti nella storia dell’arte occidentale.
Circa cento dipinti, disegni e acquerelli compongono la mostra Alice Neel. People Come First. In scena fino al 1° agosto 2021, l’esposizione presso il Met di New York ha inaugurato virtualmente in attesa della riapertura dei musei. Nella Grande Mela, Neel ha vissuto per molti anni, facendo della città il suo soggetto più fedele: considerate nella loro totalità, le opere della pittrice americana testimoniano il dramma delle sue strade, la bellezza quotidiana dei suoi palazzi e, più di tutto, la diversità, la resilienza e la passione dei suoi residenti. “Per me, le persone vengono prima di tutto”, dichiarò nel 1950. “Ho provato ad affermare la dignità e l’eterna importanza dell’essere umano”.