Presentazione online per il libro 1478, a Year in Leonardo da Vinci’s Career, pubblicato da Edoardo Villata con la Cambridge Scholars Publishing
Negli ultimi anni gli studi e i dibattiti attorno alla figura e all’opera di Leonardo da Vinci si sono sensibilmente incrementati. Complici indubbiamente le celebrazioni per il quinto centenario della morte, caduto nel 2019. E complici anche alcune vicende a dir poco controverse, dai fitti misteri attorno al Salvator Mundi, svanito dalla scena pubblica dopo l’acquisto record per 500 milioni di dollari, ad altre attribuzioni contestate. A contribuire anche l’attenzione dei media, con alcune serie tv o documentari dalla spesso approssimativa attendibilità storica. Fino ad ora però nessuno aveva mai puntato la sua attenzione specificamente sull’anno 1478, data chiave nella parabola del genio rinascimentale.
In quell’anno il ventiseienne Leonardo ottenne il suo primo incarico ufficiale e, molto probabilmente, aprì la sua bottega come artista indipendente. Fu testimone oculare della congiura dei Pazzi, contro la famiglia Medici. Negli ultimi mesi del 1478 iniziò due dipinti raffiguranti la Vergine Maria. Uno di questi potrebbe essere la Madonna Benois ora nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo: “dipinto che segna un forte cambiamento nello stile e nella forza espressiva di Leonardo e nelle sue capacità di rappresentare la luce e le emozioni umane”. Ora a colmare la lacuna provvede il libro 1478, a Year in Leonardo da Vinci’s Career, pubblicato da Edoardo Villata con la Cambridge Scholars Publishing.
Un’approfondita analisi della crescita di Leonardo come artista, che ne analizza la formazione con il maestro Verrocchio e l’impegno nella vita artistica e culturale della Firenze degli anni Sessanta e Settanta del Quattrocento. Volume che non poteva sfuggire all’attenzione della Nuova Fondazione Pedretti, nata per valorizzare l’eredità spirituale di Carlo Padretti, massimo studioso leonardesco dell’ultimo secolo. Che ora ne cura la presentazione – online, come ormai d’abitudine in tempi pandemici – assieme all’Università di Urbino.
Intervengono – mercoledì 5 maggio, alle 17 – Roberto Marcuccio, Responsabile Settore manoscritti e stampati antichi della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, Philippe Sénéchal, Professeur d’histoire de l’art moderne, Université de Picardie Jules Verne, Amiens, Sara Taglialagamba, Università di Urbino e Nuova Fondazione Pedretti, Vilmos Tatrai, Conservatore del Szépmuvészeti Mazeum, Budapest.
Per seguire la presentazione: http://meet.google.com/hrn-ixwo-vxt