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La scomparsa di Carla Fracci: Giselle con Nureyev su Rai5. Aspettando il film su Rai1

Carla Fracci Carla Fracci
Carla Fracci
Carla Fracci

Rai5 trasmette il balletto-capolavoro di Carla Fracci: Giselle, nella versione con Rudolf Nureyev al Teatro dell’Opera di Roma, ed è subito magia. E su Rai Play è possibile vedere la splendida étoile nello speciale Addio a Carla Fracci, con interviste e grandi momenti di Tv. La Rai la ricorda così (anche se ci saremmo aspettati di più), subito dopo la recente apparizione nella docu-serie Corpo di ballo e prima del film sulla sua vita, Carla, che andrà in onda in autunno su Rai1.

Dopo la prima trasmissione di domenica 30 maggio, Giselle va in onda di nuovo su Rai5, sabato 5 giugno alle 10.30. L’occasione solenne, la scomparsa di Carla Fracci (Milano, 1936-2021), ha spinto il Teatro dell’Opera di Roma a cedere i diritti per la messa in onda del mitico spettacolo di danza che risale al 1980.

Carla Fracci e Rudolf Nureyev in Giselle, nel 1980 al Teatro dell'Opera di Roma
Carla Fracci e Rudolf Nureyev in Giselle, nel 1980 al Teatro dell’Opera di Roma

Giselle all’Opera di Roma

All’epoca, centinaia di ragazzi e ragazze che studiavano nelle principali scuole di danza della capitale (e non solo) hanno sacrificato i pochi soldi che avevano in tasca per accaparrarsi un biglietto per l’evento teatrale: la Fracci e Nureyev in un colpo solo che interpretano due personaggi iconici della danza classica mondiale, Giselle e il suo innamorato Albrecht. È la messa in scena della parabola della stessa Carla Fracci: l’amore per la danza vince la morte ed ogni dolore, anche a costo di tremendi sacrifici, di questo parla la trama dello spettacolo e questa è stata la vita della grande artista.

Carla Fracci in un esercizio alla sbarra
Carla Fracci in un esercizio alla sbarra

Gli esordi e l’icona pop della Tv

Catapultata a dieci anni all’accademia del Teatro alla Scala, Carla muove i primi passi in un clima di austerità, senza troppa convinzione. Poi, la svolta: la più grande di tutte, la danzatrice Margot Fonteyn, visita la scuola e la piccola allieva ha un sussulto, comprende che la danza è molto di più dei faticosi esercizi quotidiani; è poesia, perché esprime sentimenti, come lei stessa spiegherà, in seguito, in una delle tante interviste.

Icona pop, la Fracci ha fatto di tutto per avvicinare la danza accademica al grande pubblico. In nome della causa in cui crede fino all’ultimo, appare sul piccolo schermo ballando al fianco di Renato Rascel, delle gemelle Kessler, di Heather Parisi, interviene sul palco con Virginia Raffaele che la imita; infine si presta come maestra d’eccezione nella docu-serie Corpo di ballo, per i danzatori della Scala che mettono in scena la sua amata Giselle. Come si può ascoltare nelle tante interviste concesse nel corso del tempo, il grande cruccio degli ultimi anni della Fracci è l’eliminazione delle compagnie stabili di ballerini da molti importanti teatri nazionali. Alcuni di questi colloqui televisivi possono essere visti su Rai Play nello speciale Addio a Carla Fracci, pubblicato in occasione della morte dell’artista.

Carla Fracci
Una giovane Carla Fracci

Forse ci saremmo aspettati qualcosa di più da parte delle tre reti generaliste Rai, in omaggio ad una personalità italiana ed internazionale che ha dato tanto al nostro Paese e alla televisione; ad esempio, una prima serata interamente dedicata. La messa in onda delle esequie è stata decisa in corsa, negando a quanti non erano informati di seguirla. Ad ossequiarla di persona ci hanno pensato i molti milanesi che si sono recati al suo funerale. Il marito della Fracci, il regista Beppe Menegatti, compagno di lavoro e di vita, li ha ringraziati citando in special modo coloro che sono arrivati dalle periferie. Come dalle case di ringhiera di una periferia arrivava Carla, accompagnata alla Scala dal suo papà tranviere, in un’Italia ancora piena di possibilità.

 

 

 

 

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