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Se queste mura potessero parlare. Iginio De Luca alla Casa Rossa di Alberobello

Iginio de Luca, Se queste mura potessero parlare, Casa Rossa, Alberonello Iginio de Luca, Se queste mura potessero parlare, Casa Rossa, Alberonello
Iginio de Luca, Se queste mura potessero parlare, Casa Rossa, Alberonello
Iginio de Luca, Se queste mura potessero parlare, Casa Rossa, Alberonello

La Casa Rossa di Alberobello con l’intervento dell’artista “prende la voce” per raccontare memorie, vite, esperienze, sofferenze

Un luogo elastico ed eterogeneo a elevata intensità. Un archivio ospitale e vitale di urgenze ma anche uno spazio ostile e nemico che obbliga e preclude, che limita e circoscrive. Profanato dall’uomo che negli anni passati ne ha alterato lo spirito accogliente e frainteso l’anima nella sua naturale predisposizione al soccorso e alla protezione”. Con queste parole l’artista Iginio De Luca parla della Casa Rossa di Alberobello, il luogo – o non luogo – teatro di “Se queste mura potessero parlare”, il progetto da lui proposto dopo la residenza artistica Apulia Land Art 2021. La masseria Gigante, conosciuta appunto con il nome di “Casa Rossa”, fu il più longevo campo d’internamento pugliese, una struttura istituita originariamente da Mussolini per detenere i nemici del regime, ma poi utilizzata fino al 1949 per incarcerare prima gli stessi fascisti e poi persone “indesiderabili”.

 

Voce e luce alla Casa

Nell’elaborazione dell’artista la Casa Rossa diviene “contenitore passionale che custodisce memorie, accumula vite, esperienze, sofferenze e gioie umane di generazioni passate e attuali. Vicende personali, regionali e nazionali, storie di immigrazione e disagio, storie religiose e belliche”. De Luca ha volute dunque donare voce e luce alla Casa, affidandole la possibilità di parlare e comunicare all’esterno, con un intervento visibile anche a distanza di chilometri nel cuore della notte pugliese.

 

Iginio De Luca nei giardini terrazzati che circondano Casa Rossa.credits Mauro Vincenzo Corbascio
Iginio De Luca nei giardini terrazzati che circondano Casa Rossa, credits Mauro Vincenzo Corbascio

Il processo analitico messo in atto ha permesso di contestualizzare i segni e le parole che sono emersi dal confronto diretto con la comunità alberobellese”, chiarisce il curatore Giuseppe Capparelli, anche nel video che vedete sopra. “Le persone coinvolte hanno condiviso con l’artista i propri pensieri più intimi dedicati alla Casa. Le singole esperienze vissute durante gli anni di attività della stessa. Le proprie confidenze e i sentimenti più nascosti, anche di contrasto, dalla quale è emerso un profilo identitario unico, profondo e fortemente emozionale”.

www.apulialandartfestival.com

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