Una sirena di 165 metri si ferma fino al 3 ottobre 2021 al nuovo Museo Nazionale di Monaco nella sede di Villa Paloma dedicata alla tematica Arte e Territorio.
Je voyage avec une sirène de 165 mètres (1998 – in corso) è un progetto ecologico che si sviluppa attraverso le avventure dell’artista giapponese Shimabuku (Kobe 1969). Quando la performer scopre a Fukuoka la leggenda di una sirena dal corpo lunghissimo, 165 metri, decide di sviluppare artisticamente questa storia. Compra una corda di 165 metri e la porta con sé in giro per il mondo. Questa corda le permette di avvicinarsi alla misteriosa e insidiosa donna-pesce come un vettore dove tutto diviene possibile, collega un mondo immaginario alla realtà, il passato al presente e il Giappone ai vari paesi in cui l’opera viene presentata.
Il progetto, acquisito dal Nuovo Museo Nazionale di Monaco nel 2018, è il punto di partenza della mostra in corso, arricchita dai nuovi manufatti prodotti nel Principato da artigiani invitati ad appropriarsi a loro volta di questa storia. Una figura, la sirena, capace di attraversare millenni, di valicare i confini fra una mitologia e un’altra per ritrovarsi vitale ancora oggi, cambiando aspetto nel corso del tempo a ricordo della stretta relazione dell’uomo con la terra, l’acqua, le piante, il sole, la luna, i luoghi più diversi e lontani. Affondando le sue ricerche nella leggenda medievale, Shimabuku la sviluppa come un poema epico che affascina e seduce, racconta le sue avventure e i suoi incontri lungo l’acqua, dal Giappone al Principato di Monaco passando per il Brasile, l’Australia, altri paesi.
I suoi testi sono la cornice narrativa della mostra sulla mitica creatura primordiale. Associando liberamente performance, land art, musica, cucina, le azioni poetiche di Shimabuku tessono continuamente nuove storie, intrecciano installazioni, film, sculture, fotografie realizzate negli ultimi trent’anni. Nel corso dei suoi viaggi si appropria di elementi del paesaggio o della cultura popolare, ne vengono fuori azioni associate a un’esperienza poetico-filosofica che mette in discussione il nostro rapporto con l’alterità, impegnandoci in un’azione individuale o collettiva di cura e attenzione.
L’artista giapponese ha studiato al College of Art di Osaka e all’Art Institute di San Francisco prima di trasferirsi a Berlino nel 2004. Dal 2016 vive a Naha, sull’isola giapponese di Okinawa terra d’origine della sua famiglia. Sempre nell’ambito di una prospettiva ambientalista iniziata sulla spiaggia di Norihama dopo lo tsunami del 2011, l’installazione Eriger è il soggetto di una nuova produzione specifica realizzata a Monaco seguendo la poesia-protocollo stabilita dall’artista: “Mettere le cose in chiaro. Mettere le cose in piedi e le cose sdraiate. Posizionare alberi e pietre sulla spiaggia in posizione verticale. Con la collaborazione di molte persone, metteremo molte cose in posizione verticale. Cercheremo di raccogliere le nostre energie per mettere alberi molto grandi in posizione verticale. Allora forse qualcosa nei nostri cuori resterà in piedi.”
La mostra La Sirène de 165 mètres et autres histoires, curata da Célia Bernasconi, è accompagnata da un catalogo co-curato dal NMNM e dall’editore berlinese Manuel Raeder (Bom Dia Books), include testi inediti di Nicolas Bourriaud, Claire Le Restif e Rirkrit Tiravanija.