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Mostra del Cinema. Dinamiche familiari ai tempi del Covid in Pubu di Chung Mong-hong

Pubu (The Falls), di Chung Mong-hong Pubu (The Falls), di Chung Mong-hong
Pubu (The Falls), di Chung Mong-hong
Pubu (The Falls), di Chung Mong-hong

Pubu (The Falls), del taiwanese Chung Mong-hong prende spunto dal focus sul clima pandemico per arrivare a sviscerare le psicosi dei legami familiari

Nel profluvio di proposte messe in campo da un’edizione della Mostra del Cinema decisamente ricca di stimoli, sorprende Pubu (The Falls), del taiwanese Chung Mong-hong. Il sesto lungometraggio di un regista ormai esperto, non nuovo a presenze in rassegne internazionali (in particolare al Toronto Film Festival). E più volte in lizza per una candidatura all’Oscar per il miglior film straniero. A Venezia si presenta nella sezione Orizzonti con una pellicola che prende spunto dal focus sul clima pandemico per arrivare a sviscerare le psicosi dei legami familiari. La madre, Pin-Wen, è una disturbata mentale, che si trova in una conflittuale convivenza con la figlia Xiao Jing, costretta alla quarantena.

 

Pubu (The Falls), di Chung Mong-hong
Pubu (The Falls), di Chung Mong-hong

Ma nello sviluppo il film vira su una piega catartica. Con la figlia che asseconda la malattia della madre, accompagnandola con l’amore verso la soluzione delle sue schizofrenie. La pellicola gioca dunque sul filo di due malattie, il Covid che crea lo scenario dove poi si innesta un altro malessere, psicologico. Tutto condotto con assoluto rigore, senza cadute nel didascalico. Le “falls” del titolo evocano i rumori che Pin-Wen dice di sentire in preda alle proprie paranoie. E che poi riconosce come rumori di cascate che sentiva quando era bambina. Chiusura con Xiao Jing che si salva da un’inondazione, chiudendo paradigmaticamente un percorso liberatorio. Bellissima la fotografia dello stesso Chung Mong-hong, notevoli le musiche di Lu Lu-Ming.

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