Quest’anno a San Marino, la più piccola e antica repubblica del mondo, il Natale comincia con largo anticipo: martedì 21 settembre. Giorno in cui le Poste bianco-azzurre metteranno in vendita i tradizionali francobolli natalizi. I quali, con nominali rispettivamente da 70 centesimi (lettera e cartolina all’interno dello Stato) e 1,10 euro (lettera e cartolina per l’Italia).
Le immagini, anche questa è tradizione rispettata, sono tratte da dipinti. Che l’Azienda filatelica e numismatica del Titano considera “due capolavori” e così illustra e descrive. Sul primo valore è riportato un particolare dell’opera di Orazio Gentileschi (Pisa, 1563 – Londra, 1639), Madonna col Bambino, olio su tela, 113 x 91 cm (1610 circa), conservata presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica, Galleria Corsini. I due protagonisti sono raffigurati isolati su un fondo indistinto, colti in un momento di dialogo silenzioso, fatto di sguardi intensi e di umanissimi affetti. La tela di Orazio Gentileschi rinnova così l’antica iconografia della Madonna col Bambino, accentuandone l’umanità e la vicinanza al reale: il Bambino, insolitamente grande, è abbigliato alla moda del Seicento, così come Maria che è quasi il ritratto di una ragazza “del popolo”. Databile al primo decennio del Seicento, la tela mostra quanto in quegli anni l’arte di Orazio Gentileschi fosse vicina a quella di Caravaggio, di cui era del resto amico e collega. Non sembra quindi un caso che nella collezione Corsini, prima di passare allo Stato Italiano nel 1883, fosse ricordata proprio come opera del famoso pittore lombardo.
Sul secondo francobollo viene riprodotto un particolare del dipinto di Niccolò di Liberatore detto l’Alunno (Foligno 1430/1435 circa – 1502 circa), Madonna col Bambino con i santi Francesco, Giovanni Battista, Gerolamo e Chiara, Tempera su tela, 148 x 193 cm (1465-1470 circa), conservata presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini. La Madonna col Bambino è posta al centro di un “finto polittico” con san Francesco, san Giovanni Battista, san Gerolamo e santa Chiara realizzato da Niccolò di Liberatore detto l’Alunno, un pittore molto attivo nella seconda metà del Quattrocento tra le Marche e l’Umbria. Seduta su un alto trono marmoreo, Maria guarda teneramente il Bambino che la abbraccia e allo stesso tempo si aggrappa alla scollatura della veste in un gesto di intimità tra madre e figlio molto utilizzato in questo tipo di immagini. L’opera proviene dalle collezioni del Monte di Pietà di Roma, acquistate dallo Stato Italiano nel 1893, ma non è nota la sua collocazione originaria. La presenza di san Francesco e santa Chiara ai due estremi della tela farebbe però pensare ad un contesto francescano dove probabilmente decorava l’altare di una chiesa.