Dopo anni di progetti collettivi, il curatore Eugenio Viola sceglie Tosatti per gli sconfinati spazi del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022
Ne abbiamo scritto moltissime volte: quando finirà la pessima abitudine italiana di presentare al padiglione nazionale alla Biennale Arte di Venezia pletoriche mostre collettive? Pensate – sussurravano molti – più per accontentare tutti gli appetiti possibili che per rappresentare al meglio la nostra arte? Quando troveremo il coraggio che mostrano Germania, Francia, Inghilterra, Stati Uniti, che pressoché sempre gettano nell’agone un solo artista, convinti della sua forza espressiva? La notizia era ormai scontata, ma ora c’è l’ufficialità: il curatore Eugenio Viola ha scelto, per il 2022, un solo artista, ovvero Gian Maria Tosatti.
È il nome giusto? Saprà affrontare gli sconfinati spazi del Padiglione Italia, oggettivamente impegnativi? Troverà una chiave potente per reggere il confronto internazionale? Tutte le questioni sono aperte, ognuno avrà le proprie risposte. Ma intanto portiamo a casa lo stop a questo vulnus, che ormai marchiava l’Italia di un certo provincialismo: basta pout-pourri. Poi, ci sono dei dati oggettivi difficilmente controvertibili: intanto l’ampia esperienza internazionale accumulata da Tosatti negli ultimi anni. E poi il suo approccio teatrale, “scenografico” agli spazi, che probabilmente ben si potrà sposare con gli immensi saloni dell’Arsenale.
Urgenze ed emergenze
E un punto a favore potrà arrivare anche dall’interazione fra curatore ed artista: è difficile infatti immaginare due soggetti che più di Viola e Tosatti hanno intrecciato i loro percorsi nello svilupparsi delle proprie esperienze. “Quando mi è stata offerta la possibilità di pensare un progetto per gli spazi del Padiglione Italia – ha detto Viola alle agenzie -, che è anche il padiglione più grande tra le partecipazioni nazionali, ho pensato che fosse la possibilità per affrontare tutta una serie di problemi etici e socialmente impegnati che appartengono al mio modo di intendere la curatela. Credo che sia necessario, che sia etico, portare una serie di urgenze ed emergenze che dal corpo dell’arte passano al corpo sociale”.
https://www.labiennale.org/it/arte/2022