Un velo di mistero avvolge le dinamiche legate al furto della Madonna con Bambino di Marco d’Oggiono (1470-1524). Il dipinto, un olio su tavola, fu rubato dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana intorno agli anni ’50 del Novecento, probabilmente durante un periodo di restauro degli ambienti dell’Istituzione milanese. Fino a quel momento infatti il dipinto di d’Oggiono, pittore attivo in area lombarda durante il Rinascimento e allievo del maestro Leonardo Da Vinci, risulta essere presente all’interno degli archivi dell’Ambrosiana. Qualcuno dunque lo prelevò illegalmente e se ne persero le tracce fino a Marzo 2021, quando un commerciante d’arte venuto a contatto con l’opera ne ha segnalato le caratteristiche al Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza. Il commerciante era stato incaricato da un privato, che aveva ereditato l’opera e che era ignaro dell’importanza e dell’origine della tavola, di commercializzare il dipinto ma l’esperienza lo ha portato a rivolgersi immediatamente ai Carabinieri per accertarsi che l’opera non fosse presente nella Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti. Il riscontro positivo della Banca Dati ha consentito all’opera di poter finalmente rientrare a far parte della collezione dell’Ambrosiana.
Questa vicenda sottolinea ancora una volta l’importanza della collaborazione attiva tra pubblico e privato, come afferma lo stesso Tenente Colonnello Francesco Provenza durante la conferenza stampa tenutasi il 15 settembre 2021 proprio negli ambienti dell’Ambrosiana:
“In molti casi la sensibilità dei privati è importantissima per noi. La tutela dei Beni Culturali è un obbligo civico che abbiamo tutti”.
Come testimonia questo caso, senza la segnalazione del commerciante d’arte probabilmente il dipinto non sarebbe mai stato rinvenuto e questo dato ci fornisce un’altra importantissima riflessione circa la mancata catalogazione delle opere dei privati. Se infatti anche i privati ogni volta che acquistano un’opera si impegnassero a fornire alla suddetta un identikit, riuscirebbero in caso di furto ad avere più chances di recuperare l’opera proprio perché potrebbero fornire ai Carabinieri dati certi e fondamentali per le indagini che, altrimenti, risulterebbero faticose e probabilmente senza risultati. Il Tenente Colonnello Provenza suggerisce dunque a chiunque abbia intenzione di acquistare un’opera d’arte, o a chiunque ne sia già in possesso, di attivarsi nel fornire una carta di identità alle opere come atto di prevenzione. Tale documento è possibile ottenerlo rivolgendosi direttamente al Comando dei Carabinieri per la Tutela dei Beni Culturali.
La restituzione della Madonna con Bambino di d’Oggiono è però anche il frutto di un’ulteriore collaborazione, ovvero quella tra il Ministero della Cultura e la Conferenza Episcopale Italiana che si impegnano costantemente in una catalogazione dei beni culturali ecclesiastici e in una pubblicazione condivisa di tali beni per contrastare e contenere i fenomeni dei furti.
Questo ritrovamento va ad arricchire la memoria collettiva, è un piccolo ma altrettanto fondamentale tassello che va a nutrire il patrimonio storico-artistico e dunque la nostra essenza. Costituisce un ulteriore prova che per conoscere noi stessi la cultura è il primo atto, la prima fonte a cui dobbiamo rivolgerci e oggi, con questa Madonna con Bambino, comprendiamo chi siamo ancora un po’ di più. Tante sono le opere disperse, è premura di tutti, nonché obbligo civico segnalare la presenza di opere d’arte laddove vi siano dei dubbi riguardo la provenienza.
Il dipinto di d’Oggiono adesso verrà restaurato e successivamente riallestito all’interno della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, probabilmente nella Sala n. 3 insieme alle opere dei pittori milanesi contemporanei a d’Oggiono.