Scoprire, identificare, ricostruire un artista dimenticato è una delle maggiori soddisfazioni degli storici dell’arte. Per Antoine de Lonhy ci è voluto un secolo, dai primi del Novecento a oggi. Non solo, ma a seguirne le tracce, come segugi, sono stati studiosi internazionali, da Giovanni Romano a John Plummer, da François Avril a Charles Sterling ad altri ancora. Storici che, dopo aver creato due intriganti anonimi, il Maestro della Trinità di Torino sulla base di una tavola di polittico con Trinità e angelo piangente, entrata ai primi del secolo scorso nel Museo Civico di Torino, e il Maestro d’Ore di Saluzzo, così chiamato dal Libro d’Ore di Saluzzo, un codice miniato conservato alla British Library di Londra,nel 1989 lo hanno identificato in Antoine de Lonhy, pittore, miniatore, maestro di vetrate, disegnatore, frescante, scultore, che si stava profilando attraverso i documenti.
Così è riemerso un grande artista, una personalità dinamica, moderna, imprenditore di sé stesso, in movimento da un cantiere all’altro, dalla natia Borgogna alla Provenza, dalla Spagna alla Savoia. In quest’ultima terra de Lonhy mette radici lavorando senza sosta per la corte sabauda, per chiese, conventi, collezionisti privati, nobili. Battendo strade e paesi, che in quel tardo Quattrocento erano molto più importanti e vitali di oggi. E lasciando opere, dipinti, miniature, scultureche, recuperate, ricomposte, restaurate, sono adesso esposte nella grande mostra divisa in due sedi, Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy (Torino, Palazzo Madama, 7 ottobre- 9 gennaio 2022), curata da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo; (Susa, Museo Diocesano, in corso sino al 7 novembre) a cura di Vittorio Natale. Catalogo della mostra Sagep Editori, sponsor Reale Mutua .
La rassegna fa parte di un progetto nato nell’ambito del Réseau européen des musées d’art médiéval, una rete di musei fondata nel 2011 per promuovere iniziative espositive e studi sul patrimonio artistico piemontese, aostano, svizzero e dell’antica Savoia. Presenta, nelle due sedi, tutte le tappe di vita e lavorodi Antoine de Lonhyattraverso cinquanta opere.
Originario di Autun nella Borgogna meridionale, Lonhy si forma negli anni quaranta del XV secolo su modelli fiamminghi di Jan van Eyck e Rogier van der Weyden. Nel 1446 è al servizio di Nicolas Rolin, cancelliere del duca di Borgogna, per cui realizza vetrate istoriate,perdute. Rimane invece di questo periodo il poetico Libro d’Ore secondo l’uso liturgico di Chalon -sur- Saônedel 1446-1449, acquistato nel 2003 da Palazzo Madama di Torino, dove è esposto.
La seconda tappa è Tolosa, dove il pittore arriva poco prima del 1454, alla ricerca di nuove commissioni.Protetto dall’arcivescovo di Tolosa Bernard de Rosier, lavora a vetrate, miniature, grandi pale d’altare, affreschi come quelli frammentari per la chiesa di Notre-Dame de la Dalbade di Tolosa, del 1454. Frammenti martoriati di un ciclo con le Storie di santa Caterinaesposti a Palazzo Madamainsieme a splendidi fogli di messale e al magnificoPolittico della Vergine, sant’Agostino e san Nicola da Tolentino, del 1461-1462, per l’abbazia agostiniana Domus Dei a Mirailles, vicino a Barcellona, giunto da diverse sedi spagnole. Un’opera importante, di cui oggi si conosce tutta la storia.
La terza sosta, dal 1460 al 1462,è a Barcellona, dove il maestro continua la sua polivalente attività, dando uno straordinario saggio come pittore di vetrate nel rosone della basilica di Santa Maria del Mar, di cui sceglie vetri colorati, azzurri in particolare, in Italia e in Germania, seguendone tutta la messa in opera. Il suo linguaggio è evoluto e originale, la tecnica raffinata.
Infine, l’ultimo trasferimento nella Savoia, dovede Lonhy lavora senza sosta con la sua squadra di collaboratori sino alla morte. Il 4 maggio 1462 è in Piemonte, ad Avigliana, da cui si sposta in continuazione verso altri centri, come Chieri, Moncalieri, Novalesa, Aosta, chiamato a realizzare cicli di pittura murale, polittici, messali miniati, disegni per ricami e per vetrate,sculture lignee. Numerose le testimonianze in mostra, che permettono di vedere il vero volto di un artista che influenzerà l’arte piemontese del tardo Quattrocento e Cinquecento. Tra i capolavori, la Natività, giunta dal Museum Mayer van der Berghdi Anversa, la Trinità e angelo piangente e laDormitio Virginis del Museo Civico d’Arte Antico di Torino e tanti altri.Un linguaggio armonioso, che mescola il nord con il mediterraneo e il sapore fresco delle Alpi e una mostra rara, importante, da non perdere.
Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy
Palazzo Madama – Sala Senato
Piazza Castello – Torino
7 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022
Susa, Museo Diocesano
Via Mazzini, 1 – Susa
10 luglio-7 novembre2021
palazzomadama@fondazionetorinomusei.it – t. 011 4433501 – www.palazzomadamatorino.it