Un disegno che è anche una piccola magia. Una composizione floreale dinamica, differente a seconda delle prospettive da cui la si approccia. A parlare di Foliage (c. 1900-04) di Paul Cézanne è Kiko Aebi, assistente curatrice del dipartimento di disegni e stampe del MoMA di New York.
A interessarla particolarmente è il modo il cui oscilla tra il figurativo e l’astratto. Un modo, secondo lei, di rappresentare il dinamismo e la vivacità della natura. Nonché il suo stato di continuo mutamento. Lo si nota nell’amalgamarsi dei colori, nel rincorrersi della vegetazione, nelle ombre create dalla luce del sole che illumina la scena. Sembra che una brezza arieggi il disegno.
Anche la sovrapposizione tra l’acquerello e la matita crea una danza, tra colore e segno, che annulla qualsiasi gerarchia tra medium artistici.
Nel complesso Foliage pare piccolo ma prezioso, un concentrato di profondo lirismo e leggerezza nella composizione. Nella sua semplicità sembra nascondere implicazioni imprevedibili, in bilico tra mondi, tra certezze e suggestioni indistinte.