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Capitalismo, consumismo, discriminazioni, guerre. Banksy è arrivato (anche) a Milano

Dalle periferie di Bristol, ai record in asta di ottobre a Sotheby’s Londra (24,5 milioni di dollari), passando per Art Basel Miami Beach 2021 (3,85 milioni di dollari esposto alla Galerie Thomas) Banksy arriva a Milano. The world of Banksy, una mostra immersiva sviluppata nella caotica Stazione Centrale di Milano, visitabile fino al 27 febbraio.

Prosegue senza sosta il boom espositivo per l’iconico artista di Bristol. Roma, Parma e Milano sono solo alcune delle città italiane che nel 2021 hanno ospitato una mostra dedicata a lui. In una Milano che vuole rimpadronirsi dei suoi luoghi da tempo dismessi ha origine la mostra immersiva The world of Bansky, visitabile fino al 27 febbraio. I due piani della Galleria dei Mosaici, all’interno della stazione Centrale, aprono le loro porte al pubblico per l’occasione. 

“If graffiti changed anything it would be illegal”

cita Bansky con uno stencil di colore rosso riprendendo un vecchio slogan anarchico di Emma Goldman: “if voting changed anything, they’d ,make it illegal”.

100 opere fra le più note al mondo come Girl with Ballon, il cui scandalo rimbombò nelle sale di Sotheby’s Londra quando nel 2018 fu battuta per oltre un milione di sterline e finì triturata, si alternano a 30 opere esposte raramente. Fra le nuove NapoleonWaiting in Vain, Ozone Angel e uno Steve Jobs ritratto in una veste inedita, che pochi conoscono, ma oggi più che mai attuale “the son of migrant from Syria”. Per un totale di 130 pezzi. 

They exist without permission. They are hated, hunted and persecuted. They live in quiet desperation amongst the filth. And yet they are capable of bringing entire civilizations to their knees.

In un contesto suburbano, i rumori della strada, riprodotti da altoparlanti riecheggiano nelle tre sezioni che compongono la mostra di due piani. Fra voci, passi, macchine in movimento e treni in partenza la visita si sviluppa attraverso pareti grigie che ospitano scritte e colori. I pannelli che accolgono le opere e i muri imbrattati si stagliano contro le alte pareti originarie della struttura, che unisce la monumentalità dell’architettura fascista al liberty. 

Le opere di denuncia affollano la prima sezione. Capitalismo, consumismo, discriminazioni, guerre. La seconda sezione immerge lo spettatore nel mondo dell’anonimo street artist. Un video documentario racconta la sua storia e la sua voce di protesta che riecheggia nelle strade e sui muri di tutto il mondo. La mostra si conclude al secondo piano con una grande sala che circonda il visitatore a 360°, catapultandolo nel mondo della street art tramite una serie di lavori e murales realizzati da giovani artisti anonimi di tutta Europa. 

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