A Palazzo della Ragione di Bergamo fino al 9 gennaio in occasione dell’annuale Festival di Arte Contemporanea ARTDATE, The Blank presenta Statements con la curatela di Stefano Raimondi. È una mostra-simbolo che racconta, attraverso le opere di 26 nomi internazionali, l’esperienza della pandemia vissuta in questi ultimi due anni da tutto il mondo.
Il curatore e fondatore di The Blank, Stefano Raimondi ha scelto come sede dell’esposizione Palazzo della Ragione nella Piazza Vecchia a Bergamo, la città che, dopo aver vissuto drammaticamente il COVID, manifesta la forza e la volontà di resistere e di ripartire.
Credo che questo progetto possa essere di grande importanza per la cultura perché testimonia l’unità e la solidarietà del mondo artistico contemporaneo e il bisogno degli artisti e più in generale di tutto il settore di essere ascoltati nelle loro dichiarazioni. Questa mostra racchiude molti messaggi che mi auguro possano essere accolti e condivisi.
Statements raccoglie così le voci di 26 tra i più noti artisti internazionali, espresse su grandi stendardi. Sono voci di fama mondiale e tra queste Cory Arcangel, Ed Atkins, José Galindo, Paola Pivi, Pipilotti Rist, Pascale Martine Tayou, Nora Turato o Francesco Vezzoli. Da The Blank, punto di riferimento oggi nel panorama dell’arte, è stato chiesto a tutti gli autori di lanciare una dichiarazione in forma visiva e testuale, uno statement appunto. Ogni stendardo figura nelle sale all’interno del Palazzo e, per un giorno, fuori sul balcone all’esterno per darne la visibilità totale a tutto il pubblico. Sono linguaggi molteplici che rivelano sensazioni e sentimenti ispirati dal dramma del COVID.
“Questo progetto con artisti di così grande rilevanza non sarebbe stato mai possibile senza l’immensa generosità di ciascuno di loro nel realizzare un nuovo lavoro sotto forma di statement” osserva Raimondi. “Sono opere che prendono la forma di stendardi e alcuni hanno dichiarazioni di come la comunità artistica internazionale ha vissuto la pandemia. Rappresentano messaggi di comunità, di speranza e di fiducia”.
La richiesta del curatore di aderire a questo progetto per Bergamo è stata accolta da tutti gli esponenti dell’arte interpellati e arrivano da ogni paese del mondo: dall’Italia, dall’Asia, dall’Europa, dall’Africa o dall’America Latina. E soffermandosi sui contenuti, l’opera di Kendell Geers riflette sul tema della verità; Cao Fei presenta un’opera dove un’astronauta atterra su una spiaggia e rispecchia la nostra realtà attuale, come se l’uomo dovesse essere protetto dall’ambiente esterno; Regina José Galindo esprime con una frase lapidaria il suo stato d’animo La nostra più grande vendetta è essere vive.
La scritta a lettere maiuscole in stampatello BASTA di Lawrence Weiner si staglia su uno sfondo giallo acceso incorniciato di rosso. E Stefano Raimondi si sofferma sul linguaggio di Vezzoli: “L’opera di Francesco Vezzoli riprende il famoso quadro il Sarto del pittore bergamasco Giovan Battista Moroni e aggiunge all’opera delle lacrime nere, come un suo tratto distintivo, creando un legame tra il passato e il presente e attualizzando nel passato il dramma che stiamo vivendo”.