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Scuotere le coscienze attraverso la performance. L’opera-azione di Tania Bruguera al PAC di Milano

Tania Bruguera, La verità anche a scapito del mondo. PAC 2021. Foto Claudia Capelli
Tania Bruguera, La verità anche a scapito del mondo. PAC 2021. Foto Claudia Capelli

Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management della Cultura e dei Beni Artistici” di Rcs Academy”, tenuto tra dicembre 2021 e gennaio 2022 da Luca Zuccala, vicedirettore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.

Il PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, ospita fino al 13 febbraio La verità anche a scapito del mondo, prima mostra personale in Italia dell’artista Tania Bruguera. L’esposizione curata da Diego Sileo traccia una panoramica sull’evoluzione dell’attività dell’artista cubana attraverso alcuni dei lavori più significativi, tra cui una serie di nuove azioni ideate per il contesto specifico.

Entrare in una stanza buia. L’unico riferimento nello spazio è la parete destra alla quale ci si appoggia per procedere. Camminare in modo incerto. Improvvisamente un bagliore accecante induce a proteggere gli occhi, intanto il rumore di passi su una pedana e quello di un fucile che viene caricato ne saturano la scena. È ciò che Tania Bruguera fa accadere in Sin Titulo (Kassel, 2002), allestita in questi giorni nella seconda stanza del museo milanese, dove il visitatore si trova a completare la performance confrontandosi con le proprie emozioni e reazioni suscitate da input sensoriali. Si tratta dell’adattamento dell’opera proposta dalla Bruguera a documenta di Kassel nel 2002, nel quale l’artista ricordava la presenza nella città di una famosa azienda che produceva rifornimenti bellici durante la Seconda guerra mondiale.

Tania Bruguera, La verità anche a scapito del mondo. PAC 2021. Foto Claudia Capelli

Nata a L’Avana nel 1968, Bruguera è artista e attivista. Con il suo agire indaga le strutture del potere politico e il loro effetto sulle frange più vulnerabili della società. Attraverso le pratiche della performance e dell’installazione, l’artista denuncia alcune ingiustizie sociali del nostro tempo, legate principalmente ai diritti umani, alla migrazione, alla discriminazione delle minoranze, ai sistemi dittatoriali. Bruguera definisce la sua pratica “arte ùtil” (arte utile) poiché punta a scuotere il pubblico che, smosso da molteplici stimoli emotivi, viene coinvolto in un’esperienza potente e straniante, quindi portato alla riflessione e alla volontà di aggiustare le problematiche sociali inscenate. La mostra propone quindi una serie di installazioni e performance azionate quotidianamente da performer e integrate dai visitatori finalizzate ad attivare le coscienze di chi viene coinvolto.

Tema cardine della mostra è il contatto con la verità esperito attraverso pratiche artistiche partecipative. Il titolo della mostra La verità anche a scapito del mondo, oltre a rimandare ad una delle tematiche della poetica dell’artista cubana, è riferimento ad una delle sue fonti di ispirazione: Hannah Arendt. La filosofa tedesca in occasione di un’intervista televisiva nel 1964 alla domanda “Ci sono motivi validi per tacere su alcune cose che sa?” rispose con la rielaborazione di una citazione latina “Fiat veritas et pereat mundus”. Sia detta la verità anche a scapito del mondo.

crying room tania bruguera

Il pensiero della filosofa tedesca è anche il punto di partenza della prima opera presentata in mostra, dove si ripropone una pratica artistica condivisa, inaugurata nel 2015 proprio nella casa dell’artista. In Donde tus ideas se convierten en acciones civicas (100 horas de lectura de Los Origenes del Totalitarismo) 2015-2021, il pubblico del PAC è invitato a leggere al microfono Le origini del totalitarismo, testo di Hannah Arendt, per riflettere sulla condizione delle popolazioni che ancora vivono sotto regime dittatoriale.

The poor treatment of migrants today will be our disonhor tomorrow (2021) è invece l’opera inedita allestita nella prima stanza dello spazio espositivo. Si tratta di una grande bandiera dell’Europa le cui stelle sono connesse dal disegno di un filo spinato, un dettaglio cucito da membri dell’Associazione Nazionale Ex-Deportati nei campi nazisti. L’artista crea un parallelismo tra le ingiustizie e le violenze subite dai sopravvissuti ai lager e i migranti di oggi, costretti a subire maltrattamenti e a vivere in condizioni disumane ai confini di un’Europa respingente.

bandiera tania bruguera

In Plusvalía (2010), una copia dell’insegna posta all’ingresso di Auschwitz, recante la scritta “Arbeit Macht Frei”, viene levigata con una smerigliatrice da un performer. L’opera quindi subisce una trasformazione nel corso della durata della mostra ed acquisisce valore per il suo significato storico e politico non tanto per le sue caratteristiche tecniche. L’azione alienante del performer spinge a ragionare sulle logiche dei sistemi dittatoriali che mirano a imporre ordine e ripetitività per annullare la creatività e la dignità umana.

Il visitatore è chiamato a fare i conti con le proprie reazioni completando ancora due installazioni. Al piano terra, prima di entrare nella Crying Room, il pubblico può prestare il dorso della mano per ricevere la stampa di una cifra rossa corrispondente al numero, quotidianamente aggiornato, di migranti che solo quest’anno hanno guadato il Mediterraneo (il 15 dicembre a quota 229.514). Giunto a conoscenza della quantità di persone che hanno attraversato il nostro mare, il visitatore può entrare in uno spazio dove condividere le emozioni con sconosciuti: una stanza bianca, vuota, in cui si è indotti alla lacrimazione attraverso la diffusione di una sostanza al mentolo vaporizzata nell’aria. L’opera al primo piano conclude il percorso di visita e offre ancora la possibilità di riflettere su un’urgenza sociale di questo tempo. Il visitatore si trova ad attraversare una galleria buia, calda, camminando su una superficie instabile ricoperta da foglie di canna da zucchero, mentre sperimenta una sensazione di precarietà due performer cubani elencano a voce alta i nomi dei cinquecento prigionieri politici a Cuba oggi. Ancora una volta Bruguera affronta il tema dell’ingiustizia sociale e della libertà di espressione, la maggior parte degli arresti citati infatti sono successivi alle manifestazioni pacifiche dei cittadini che nel luglio 2021 chiedevano maggiori risorse sanitarie contro il Covid-19.

Ph_Lorenzo_Palmieri

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