Sorgerà nel complesso di Rocca Costanza, con un investimento di oltre sette milioni di euro. Ospiterà anche l’ampio archivio Fo-Rame
“Lo abbiamo sempre pensato come un insieme di racconto, viaggio sulle scene e gioco teatrale. Ci piace soprattutto che gli spazi museali e le mostre temporanee possano dialogare con l’archivio”. Così Mattea Fo, nipote di Dario Fo e Franca Rame, tratteggia nell’intervista al Resto del Carlino il progetto del museo che Pesaro dedicherà ai due grandi attori e intellettuali. Ad ospitarlo sarà il complesso di Rocca Costanza, con un’operazione da oltre sette milioni di euro stanziati dal Comune e dal ministero della Cultura. “Mia nonna Franca conservava e catalogava ogni cosa, e negli anni ha custodito tutto quanto riguardava il lavoro suo e del marito”, ricorda Mattea, presidente della Fondazione Dario Fo e Franca Rame. “Lei stessa avviò la digitalizzazione nel 1993, e il sito web fu lanciato già nel 1995”.
L’immenso archivio del drammaturgo, regista e attore, premio Nobel per la letteratura 1997, e della moglie, drammaturga, attrice e attivista, sarà uno dei punti forti del museo. Con documenti, copioni, albi, faldoni, circa 5000 supporti audio e video con registrazioni di spettacoli. E ancora circa 700 costumi di scena e abiti personali, scenografie, marionette e pupazzi, e più di 500 opere pittoriche e bozzetti di Dario. Il tutto disposto nell’ex fortezza di Rocca Costanza, possente struttura con torri cilindriche ai quattro angoli, che trae il nome da Costanzo Sforza che le fece costruire fra il 1474 e 1483. Fu trasformata in carcere nel 1864, funzione che mantenne fino al 1989. I tempi? Dal Comune non si sbilanciano, precisando però che per la complessità dei lavori saranno piuttosto lunghi. “Via via si potranno già aprire alcuni spazi, noi confidiamo che tutto possa essere completato per il 2026, il centenario della nascita di nonno Dario”, auspica la nipote. “Sarebbe il regalo più bello”.
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