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Shigeru Ban e le “case” di cartone per i profughi ucraini in Polonia

Il centro di accoglienza per i profughi ucraini creato da Shigeru Ban a Chelm Il centro di accoglienza per i profughi ucraini creato da Shigeru Ban a Chelm
Il centro di accoglienza per i profughi ucraini creato da Shigeru Ban a Chelm
Il centro di accoglienza per i profughi ucraini creato da Shigeru Ban a Chelm

A Chelm, cittadina del sud-est della Polonia, a 24 chilometri dal confine, Shigeru Ban studia spazi rapidi ed economici per l’emergenza ucraina

Una mensa, una sala giochi per i più piccoli, docce e servizi igienici, un’infermeria, un chiosco per animali domestici. E seicento posti letto, suddivisi in aree da due, quattro o sei, isolati l’uno dall’altro da tende sostenute a loro volta da lunghi tubi di cartone incastrati l’uno nell’altro. È strutturato così il nuovo centro di accoglienza per i profughi ucraini nato a Chelm, cittadina di 60mila abitanti situata nel sud-est della Polonia, a 24 chilometri dal confine. Cartone? Sì, perché è notoriamente questo il materiale che caratterizza l’opera di Shigeru Ban, architetto giapponese Pritzker Prize nel 2014, noto in Francia per aver progettato fra l’altro il Centre Pompidou-Metz. Ma noto anche per usare appunto il cartone in molte sue costruzioni, come ad esempio la Cattedrale di Christchurch, in Nuova Zelanda.

 

Il centro di accoglienza per i profughi ucraini creato da Shigeru Ban a Chelm
Il centro di accoglienza per i profughi ucraini creato da Shigeru Ban a Chelm

Un materiale economico e sostenibile, che consente velocità di intervento in situazioni di emergenza. Scelto per questo da Voluntary Architects’ Network, ONG fondata dal 1995 dallo stesso Ban, consigliere dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Che a Chelm, con l’aiuto di studenti di architettura, hanno installato il sistema PPS – che sta per Paper Tubes Partition System – in un ex ipermercato Tesco. Dove gli scaffali delle merci hanno lasciato il posto a un’organizzazione dello spazio completamente diversa, con un grande spazio centrale con sedie che funge da piazza pubblica. Sperimentato per la prima volta in Giappone, nel 2004, dopo il terremoto di Niigata Chuetsu, questo sistema di partizioni in cartone mira ad evitare sutuazioni in cui i profughi rischiano di ritrovarsi ammassati l’uno contro l’altro senza la minima intimità. “La privacy è un diritto umano fondamentale“.

http://www.shigerubanarchitects.com

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