Dopo due mesi in prestito a Firenze, un nuovo grande annuncio sul capolavoro di Pellizza da Volpedo. Non farà più ritorno al Museo del Novecento, ma da luglio prenderà posto alla GAM di Milano.
Doveva essere uno spostamento temporaneo, con Il Quarto Stato trasferito temporaneamente dal Museo del Novecento di Milano a Palazzo Vecchio di Firenze. Il dipinto di Pellizza da Volpedo aveva lasciato la sua sede in occasione dell’1 maggio, per celebrare la lotta dei lavoratori nel giorno della festa del lavoro. Quella che di per sé era già una notizia inusuale si è trasformata in qualcosa di più. L’opera, infatti, non farà più ritorno nel museo di Piazza Duomo.
Per lo storico dipinto è pronta una nuova collocazione: la Galleria d’Arte Moderna (GAM). Addio dunque alla nicchia – piuttosto sacrificata – all’inizio del percorso del Museo del Novecento, per l’opera data 1901 è pronta una sala ad hoc. Uno spazio ricavato chiudendo gli archi della sala da ballo, dove ad essere esaltato non sarà solo il travolgente incedere del popolo, ma la stessa qualità pittorica dell’opera. Aspetto che, in maniera solo in parte comprensibile, è stato a lungo alterato dal vetro protettivo che isola il quadro.
Uno spostamento che pare giustificato anche da una più coerente lettura storico-artistica dell’opera.
“Vorremmo restituire all’opera il suo valore principale – spiega Paola Zatti, conservatrice responsabile della Gam – che è di essere un dipinto nato dentro l’esperienza divisionista. Nel nuovo allestimento si potrà vedere da vicino e capire che è pittura, osservando nei particolari la straordinaria perizia tecnica di Pellizza“.
Così per il quadro si sta preparando una collocazione tra la sala 28 della GAM, che ospita la Maternità di Gaetano Previati, e la numero 30, dedicata a Segantini, il quale già strizza l’occhio al simbolismo.
Una sorta di ritorno a casa per Il Quarto Stato, che dal 1980 è stato esposto alla GAM prima del discusso trasferimento al Museo del Novecento. In precedenza l’opera, acquistata nel 1920 dal Comune di Milano, è stata ospitata dal Castello Sforzesco e da Palazzo Marino.
“Il Quarto Stato torna a casa – ha spiegato il sindaco Beppe Sala – Al Museo del 900 ha svolto la sua funzione, che era quella di lanciare e spingere un nuovo museo. Adesso al 900 succedono due cose importanti: l’allestimento della collezione Mattioli e il suo raddoppio nel secondo Arengario. Abbiamo ritenuto fosse il momento giusto per riportare alla Gam il quadro, dove contribuirà ad arricchire un percorso artistico che conta già opere importanti dello stesso periodo“.
Se la GAM attende quindi inizio luglio per inaugurare il nuovo allestimento, al Museo del Novecento di lavora per riempire il vuoto lasciato dal grande quadro.