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L’intelligenza della materia. L’antologica di Carlo Previtali a Milano

Carlo Previtali, Testa di Arlecchino
Carlo Previtali, Testa di Arlecchino
Dal 1° al 28 giugno 2022, lo Spazio espositivo di Palazzo Pirelli ospita la mostra antologica Carlo Previtali. L’intelligenza della materia. Attraverso un’ampia selezione di sculture, la mostra ripercorre il cammino esistenziale e creativo dell’artista lombardo.

L’incontro tra Carlo Previtali e Palazzo Pirelli è in un certo senso sorprendente – afferma Alessandro Fermi, Presidente del Consiglio regionale della Lombardia -. Da una parte il grattacielo progettato da Gio Ponti è uno straordinario esempio di razionalismo, dove la purezza delle forme si sposa con la ricerca di trasparenza e leggerezza. Dall’altra le figure tumultuose delle ceramiche di Previtali rimandano a una dimensione vitalistica e alle profondità dell’esistenza. È come se Apollo e Dioniso si incrociassero, dando vita ad un binomio molto interessante, che siamo certi sarà apprezzato anche dai visitatori. Non a caso Previtali è nato e cresciuto a Bergamo, provincia che da sempre ci consegna uomini d’eccezione, grandi lombardi, saldamente radicati alle proprie origini e capaci allo stesso tempo di coltivare visioni del mondo e sogni universali”.

L’antologica è l’occasione per ripercorrere alcuni temi centrali della produzione artistica di Previtali. A partire dall’arte sacra e dalle contestuali riflessioni sulla condizione umana che percorrono trasversalmente tutto l’arco della sua attività, senza tralasciare la centralità del Mito all’interno della sua poetica e il suo costante interesse per il rapporto Uomo-Natura, di cui è stato sensibile interprete.

Le opere presentate in mostra, che spaziano dai primi lavori degli anni Settanta alle più recenti creazioni – osservano le curatrici Francesca Bianucci e Chiara Cinellici introducono al senso plastico della materia dello scultore bergamasco che ha saputo indagare a fondo, nelle loro caratteristiche fisiche e poetiche, materiali come il bronzo, il marmo, la cera, la cartapesta, il legno e soprattutto la ceramica. L’incontro con la ceramica ha segnato, indubbiamente, uno snodo fondamentale nella carriera dell’artista: l’esuberante vitalità del suo gesto scultoreo e la sua indole visionaria trovano in questo materiale una via elettiva di espressione. In particolare, la riconoscibilità della sua opera è legata all’uso della tecnica raku, che con la sua sorprendente imprevedibilità e le sue caratteristiche metamorfiche è diventata un compendio fondamentale al modellato deciso e rapido tipico dell’artista”.

Un’icona cruciale, coerente con questa nuova lettura dell’opera di Previtali, è anche il suo ritratto di Giovanni Testori, una testa da lui foggiata nel 2015 in terracotta, l’altro linguaggio ceramico adottato dal 1984, prima del raku. “Si tratta dell’omaggio a un critico illustre, che Previtali non conobbe, ma che potrebbe meglio spiegare due aspetti molto particolari della sua figura di scultore: le concorrenti passioni per i miti greco romani e l’arte religiosa – come rileva Enzo Biffi Gentili -. Perché Testori era convinto che gli artisti credenti dovessero accettare forme aberrate del moderno, così come i primi artisti cristiani guardavano alle forme dei pagani”.

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