Nomisma presenta un incanto online (17 e 18 giugno) dove primeggia un ducatone del 1622 prodotta a Compiano dallo zecchiere Nicola Gandusio. Stima 15.000 euro.
Diventato feudo dei Landi, con Bardi e Borgotaro, sotto Federico (1590-1639) Compiano fu sede di zecca dalla quale uscirono alcune belle e pregevoli monete. Come il ducatone del 1622, pesante 31,32 grammi d’argento che sul diritto ritrae il signore del castello di Bardi. Il quale sul rovescio di questa moneta (ma ce ne sono altre con santa Teresa) fece ritrarre san Francesco “protettore nostro”, inginocchiato tra due rupi guarnite di arbusti nell’atto di ricevere le stimmate.
Prodotta dallo zecchiere Nicola Gandusio, in verità la moneta è poco francescana, non certo per colpa del poverello, vista la stima di 15.000 euro che Nomisma (www.nomismaweb,com) propone nell’incanto del 17 e 18 giugno. Anche in passato la moneta ha realizzato cifre affatto modeste. Nel dicembre di ventidue anni fa, offerta dalla stessa casa d’aste, realizzò di 16 milioni di vecchie lire.
Alla stima di 15.000 euro è offerto un aureo romano di Elagabalo, portato sul trono imperiale dalle trame della madre e della nonna, morto assassinato nel 222. Le immagini ruotano attorno al suo ritratto laureto al diritto e alla raffigurazione della Fedeltà (all’esercito, che fin che poté lo sostenne?) del rovescio.
Tra le monete dei Papi si fa notare il testone per Bologna di Sisto V che al diritto offre un bel profilo del pontefice: 3.000 euro la stima. A 15.000 euro si alzeranno le palette del lotto 115, Paolo V, quadrupla del 1608.
Belle due monete mantovane di Ferdinando Gonzaga che rimandano Preziosissimo Sangue, la reliquia custodita nella basilica di Sant’Andrea che conserva alcune tracce del sangue di Gesù Cristo, uscito dal suo costato dopo essere stato trafitto sulla croce dal soldato romano Longino. Il quale Longino, secondo la tradizione, avrebbe raccolto un grumo di terreno e a portarlo con sé nel suo pellegrinaggio che lo portò in Italia, proprio nella zona di Mantova, dove morì martire nel 37. Sepolta per molti secoli e non se ne seppe più nulla: venne ritrovata solo nell’804 nei pressi dove oggi sorge la basilica di Sant’Andrea, eretta proprio per ricordare quel fatto straordinario. Grazie alla scoperta del Preziosissimo, Mantova viene eretta dal Papa a sede vescovile e diventa una diocesi vera e propria. Circa un secolo più tardi, la reliquia viene sepolta per difenderla dall’arrivo degli Ungari, che invadono la città: tornerà alla luce, per la seconda volta, nel 1048. Il ritrovamento spinge ad allargare la basilica di Sant’Andrea: tra i lavori realizzati, viene creata una cripta dove la reliquia è custodita ancora oggi, all’interno dei Sacri vasi.
Nel primo caso si tratta delle 2 doppie del 1613, con due angelo che sorreggono il reliquiario (valutazione 20.000 euro) e della doppia del 1616 con Longino che tiene in una mano il reliquiario e nell’altra la lancia con la quale trafisse Cristo (25.000 euro).
Il link per partecipare all’asta.