Print Friendly and PDF

I dipinti rubati hanno una seconda vita con la realtà virtuale

Caravaggio. Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, 1600

Una nuova app regala la possibilità di vedere in realtà virtuale alcune opere d’arte rubate. Al momento sono disponibili cinque opere di Caravaggio, Manet, Cezanne, Van Gogh e Rembrandt. Il nome scelto è “La galleria d’arte rubata

L’app, appena lanciata dall’azienda brasiliana Compass UOL, è disponibile gratuitamente su smartphone iOS e Android e può essere vissuta al meglio tramite un visore Meta. L’idea è che gli utenti possano conoscere da vicino e in modo personale le opere, aiutate dalle descrizioni audio di ciascuna, come se avessero un’audioguida in tasca. Un tutorial di YouTube mostra gli utenti che interagiscono con le opere d’arte rubate in un ambiente virtuale non del tutto diverso da un videogioco. Inoltre, l’app consente anche agli utenti di creare note e schizzi visibili agli altri.

L’idea segue quella del 2018 di un’app pensata per l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, vittima di uno dei furti d’arte più famosi della storia. Durante le prime ore del 18 marzo 1990, tredici capolavori, tra cui opere di Rembrandt, Vermeer, Degas e Manet per un valore complessivo di oltre 500 milioni di dollari di oggi, furono strappate dalle pareti del museo.

Questo furto ha stimolato una serie di teorie, podcast, uno speciale Netflix e questa app chiamata “Hacking the Heist”, che utilizzava la realtà aumentata (AR) per consentire ai visitatori del museo di vedere e vivere le opere rubate in situ.

Per il progetto di Compass UOL, al momento, solo cinque opere d’arte sono disponibili per la visualizzazione e l’interazione tramite l’app, ma l’idea è aggiungerne altre in futuro.

Commenta con Facebook