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Damien Hirst brucerà centinaia di dipinti come culmine del suo progetto NFT

Damien Hirst with The Currency artworks, 2021. Photographed by Prudence Cuming Associates Ltd. © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2022
Damien Hirst con le opere realizzare per The Currency, 2021. Photo by Prudence Cuming Associates Ltd. © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2022
The Currency ha posto per un anno i collezionisti davanti a un dubbio: meglio l’opera cartacea o la versione NFT? Chi ha scelto l’opera digitale, ora vedrà quella cartacea bruciare.

Non che in passato abbia mancato di farlo, ma il nuovo progetto di Damien Hirst è quantomeno sorprendente. L’artista che ha più volte sfidato i confini del sistema artistico – sia dal punto di vista autoriale che commerciale – non poteva esimersi da una deviazione nell’emergente mondo NFT. Ovviamente percorsa a modo suo.

Nel luglio dello scorso anno, Damien Hirst ha dato il via a un esperimento unico, creando una collezione di 10.000 opere d’arte su carta (alcune sono state realizzate a partire dal 2016) accompagnate da altrettante opere d’arte digitali. I titoli dei lavori sono stati generati attraverso un programma di elaborazione automatica, utilizzando alcuni dei testi delle canzoni preferite dell’artista, tra cui “Well my pit”, “Dream about going down”, “Open the canyons” e “Love is born here”.

Acquistando una delle due versioni dell’opera, il collezionista ha dunque ricevuto di diritto anche l’altra. Con un’importante postilla: avrebbe potuto conservarne una sola. Hirst ha quindi concesso ai proprietari un anno (fino ad oggi, 27 luglio 2022) per decidere se conservare l’NFT o l’opera su carta.

The Currency, questo il nome del progetto, è un esperimento che, secondo l’artista, sfida il concetto di valore nell’arte dal momento che costringe chi acquista a ragionare sulle diverse caratteristiche delle opere. Nella sostanza identiche, ma differenti per medium e conseguente presenza estetica.

Secondo l’ultimo conteggio, i numeri sono a favore degli NFT: 5.713 collezionisti hanno scelto il token, 4.219 hanno preferito le opere d’arte fisiche. I 68 ancora indecisi non potranno in ogni caso cambiare il verdetto.

In attesa di conoscere i numeri finali, Hirst sta già preparando la prossima (incandescente) fase del progetto. Le opere su carta “non selezionate” saranno infatti bruciate in occasione di una mostra, anch’essa intitolata The Currency, alla Newport Street Gallery di Londra, a partire dal 9 settembre.

«Le opere d’arte verranno bruciate a un’ora specifica ogni giorno durante lo svolgimento dello spettacolo. I dettagli saranno divulgati per tempo», si legge in una dichiarazione dell’artista. In modo che tutti gli interessati possano assistere allo show. E magari, chissà, tra di loro ci sarà anche qualche collezionista pentito.

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