Eliasson crea per il padiglione di degustazione di vini una coloratissima cupola conica in vetro, un vero e proprio prisma ottico
Il 2022 sarà per l’Italia l’anno di Olafur Eliasson. Con scelta bizzarra per non dire dissennata, due dei maggiori centri d’arte contemporanea nostrani dedicheranno grandi eventi all’artstar danese-islandese. Due eventi che magari avrebbero tratto vantaggio dall’essere coordinati e integrati. Dal 22 settembre al 22 gennaio 2023 a Firenze Palazzo Strozzi presenterà Olafur Eliasson: nel tuo tempo, “la più grande mostra mai realizzata in Italia fino a oggi”. Scettro che immediatamente cercherà di accaparrarsi il Castello di Rivoli, che dal 3 novembre (in concomitanza con Torino Art Week) al 26 marzo 2023 rilancerà con la sua mostra – titolo Olafur Eliasson – curata da Marcella Beccaria.
Ma il grande artista non sta certo alla finestra ad osservare le schermaglie del “sistema” italico. E anzi si mette alla prova in uno dei templi mondiali dell’incontro fra vino e arte, come la Donum Estate, in California. Ed è una prova importante, visto che la cantina situata a Carneros, tra le valli di Napa e Sonoma, è un vero museo di promissimo livello. Con oltre 50 opere site-specific di artisti come Doug Aitken, Ai Weiwei, Louise Bourgeois, El Anatsui. Qui Eliasson compare con la sigla di Other Spaces, studio interdisciplinare e sperimentale creato con l’architetto Sebastian Behmann. Il risultato è un nuovo padiglione di degustazione di vini, inaugurato in questi giorni.
Una coloratissima cupola conica in vetro, un vero e proprio prisma ottico che “mappa l’effimero circostante: il suolo, la vegetazione, il vento, il sole, l’atmosfera e la pioggia“. Che con i suoi 832 pannelli di vetro stratificato dialoga con le realtà meteorologiche della tenuta. Umidità, temperatura, radiazione solare e intensità del vento. “In un caleidoscopio di colori che riflettono i vigneti (e uliveti e campi di lavanda) circostanti”.