Il Museo Guggenheim Bilbao festeggia il suo 25º Anniversario con una grande esposizione della propria collezione, che per la prima volta coinvolge tutti i piani del Museo. Sezioni/Intersezioni si compone di tre nuclei tematici divisi sui tre piani della struttura. Dal 19 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023.
Per la prima volta nei suoi 25 anni di storia il Museo Guggenheim Bilbao dedica l’intera struttura all’esposizione della sua collezione permanente. Divisa in tre sezioni tematiche – Segnando la storia, Illustrando narrative e La vita materiale – la mostra racconta in modo trasversale il primo quarto di secolo vissuto dal museo.
Ogni sezione tratta un tema al tempo stesso autonomo e integrato con gli altri, così da ricostruire in modo trasversale le acquisizioni che hanno segnato l’evoluzione della collezione. Anche per questo Sezioni/Intersezioni diventa l’occasione di vedere opere raramente esposte, nuove acquisizioni e opere recentemente restaurate.
Segnando la storia – Terzo piano
Arte e architettura si incrociano. La sezione ha come protagoniste due pietre angolari del Museo Guggenheim Bilbao: l’architettura di Frank Gehry e una selezione di opere chiave del Dopoguerra. Queste vengono infatti reinstallate rivelando la condizione originale dell’edificio, dopo l’apertura dei lucernari e l’eliminazione delle divisioni interiori aggiunte nel tempo. Un ritorno alle origini dettato da istallazioni specifiche – quelle di Cristina Iglesias e Sol LeWitt – e sale tematiche.
La prima è dedicata all’astrattismo newyorkese e riunisce le opere di Willem de Kooning, Mark Rothko, Lee Krasner, Clifford Still, Robert Motherwell e Ellsworth Kelly. La seconda si concentra sull’evoluzione che l’espressionismo astratto ha vissuto negli anni ’60-’80, con le opere di John Chamberlain, Cy Twombly, Robert Rauschenberg, Sigmar Polke e Jean-Michel Basquiat. La sala seguente mette in rilievo il modo in cui una selezione di artisti spagnoli affrontano l’astrattismo e le sue evoluzioni attraverso le opere di Eduardo Chillida, Jorge Oteiza, Antoni Tàpies, Pablo Palazuelo, Cristina Iglesias e Juan Uslé. Spazio poi alla pop art e ai suoi derivati con la sala dedicata a James Rosenquist, Andy Warhol, Gilbert & George e Jeff Koons.
Illustrando narrative – Secondo piano
Il secondo piano riunisce una selezione di opere di venti artisti realizzate tra il 1957 e il 2019. Le tecniche spaziano tra pittura, scultura, fotografia, opere su carta e installazioni. Ognuna di queste si interroga sulla forza della narrazione e l’influenza che possono esercitare sulla storia e sulla sua percezione. Ogni sala, presentate come fossero capitoli di una storia, offre una narrazione alternativa o approfondita di un particolare momento o episodio storico. Spesso legandolo allo stile e al periodo che offrono un’ampia visione dei paradigmi della narrazione accostando diversi movimenti della seconda metà del ventesimo secolo. I capitoli sono: Mascherando le identità, Trascendendo lo spirituale, Appartenendo a una memoria, I modi di espressione, Stati ambigui delle realtà e Stati di trasformazione.
Protagonisti lavori di grande dimensione di Christian Boltanski e Francesco Clemente, oppure alcune serie di opere realizzate da George Baselitz e Alex Katz. Mitologia e simbolismo emergono dalle opere di Joseph Beuys e Anselm Kiefer; performance e corporeità da quelle di Yves Klein e Yoko Ono. In altri casi le opere abbracciano temi più ampi come accade, tra gli altri, per Miquel Barceló, Jenny Holzer, Abigail Lazkoz, Juan Luis Moraza, Juan Muñoz, Ernesto Neto, Javier Pérez, Antonio Saura e Julian Schnabel.
La vita materiale – Primo piano
L’inesauribile interrogarsi umano sulla natura del mondo si fa ogni giorno più complesso, soprattutto in una contemporaneità segnata dalla pervasività del digitale. Questa sezione riformula così la domanda sugli ingredienti essenziali del mondo e sulle loro combinazioni. Diviene una configurazione possibile di forze e di forme, di materiali carichi di memoria e al contempo del tutto attuali. Convergono in essa le creazioni di Doris Salcedo, Gerhard Richter, Mona Hatoum, Richard Long, Asier Mendizabal, Susana Solano, Itziar Okariz e Rodney Graham.
Una sala è poi dedicata a Yayoi Kusama e alla sua installazione immersiva: Infinity Mirrored Room – A Wish for Human Happiness Calling from Beyond the Universe, 2020. Si tratta di una delle ultime opere realizzate dall’artista, uno spazio che proietta il suo mondo interiore e lo condivide con il visitatore. Egli si trova quini immerso, se non perso, nel suo abbacinante gioco di luci, specchi e ambienti speculari e simmetrici.