Sono 40 anni che Composition No. II di Piet Mondrian non passa all’asta. A proporla, il 14 novembre 2022 a New York durante la Modern Evening Auction, è Sotheby’s. La stima, che supera i 50 milioni di dollari, apre a un possibile record.
Piet Mondrian, forse insieme al solo Kandinsky, occupa un ruolo di primo piano nell’immaginario popolare. Se pensi a un artista astratto, lui salta subito in mente. I motivi geometrici, i colori primari, la griglia modulare. Uno stile unico e riconoscibile, ma anche replicabile e applicabile a diverse realtà. Pensiamo per esempio all’uso che lo stilista Yves Saint Laurent ne fece per le sue creazioni. Ma anche l’edificio della Eames House in California, l’esterno del municipio dell’Aia, i mobili del designer Danilo Silvestrin, un paio di Nike SB Dunks, le copertine degli album di numerosi artisti, come De Stijl dei The White Stripes.
Ma soprattutto Mondrian è stato cruciale in ambito artistico. Le sue intuizioni hanno ispirato numerosi artisti e movimenti, dal color field al minimalismo, fino anche alla pop art. La sua carica modernista è innegabile, la sua importanza riconosciuta. Solo Picasso nel Novecento ha avuto la stessa impronta rivoluzionaria. L’Olanda lo pone nell’Olimpo dei suoi artisti, al fianco di Rembrandt e Van Gogh.
E come accade a tutti i maestri di questo calibro, è raro che una loro opera venga proposta all’asta. A maggior ragione se di assoluta rilevanza. Composition No. II è una di queste occasioni uniche. Dipinta nel 1930 a Parigi, la tela rappresenta un esempio perfetto dello stile maturo dell’artista. Tutte le caratteristiche fondamentali sono presenti. L’equilibrio e l’armonia tipiche di Mondrian sono calibrate dalla tipica griglia astratta, che ospita le sua classiche forme geometriche. Tra queste si distingue il grosso quadrato rosso, che occupa il quadrante in alto a destra.
Le opere di Mondrian che hanno una predominanza del colore rosso sono molto rare all’interno della sua opera. Solo 17 dipinti delle quasi 120 opere eseguite dall’artista dal 1921 al 1933 vedono il rosso prevalere sugli altri colori. Di questo nucleo, solo tre dipinti rimangono in mani private.
Filtrando ulteriormente la ricerca, scopriamo che, del gruppo dei 17, sono solo tre i dipinti che presentano il quadrato rosso in alto a destra. Uno è questo, gli altri due fanno parte di una collezione museale: quella della Galleria Nazionale di Belgrado e della Kunsthaus di Zurigo. Ma queste ultime hanno dimensioni più ridotte.
Ma non si tratta di pura rarità collezionistica, in quanto il rosso assume un significato particolare nella poetica dell’artista: «La prima cosa che ha cambiato nella mia pittura è stato il colore. Ho abbandonato il colore naturale per il colore puro».
Composition No. II vanta anche una vicenda espositiva e collezionistica invidiabile. Esposta a Parigi nell’anno della sua creazione (1930), il dipinto ha fatto parte della collezione dell’artista svedese Otto Carlsund all’inizio degli anni ’30, della collezione dell’artista olandese César Domela alla fine degli anni ’40 e successivamente della collezione Bartos, dove è rimasta fino al 1983, quando è apparsa per l’ultima volta all’asta. In quell’occasione aveva fatto registrare il record assoluto per un’opera di Mondrian.
Il 14 novembre 2022, con una stima di oltre 50 milioni di dollari, prova a riprendersi lo scettro che ora appartiene a Composition No. III, with Red, Blue, Yellow, and Black (1929), venduto nel 2015 da Christie’s per 50,5 milioni di dollari. Guarda caso un’altra opera dove domina il rosso, questa volta posizionato in alto a sinistra.