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Il paesaggio visivo e poetico di Dineo Seshee Bopape all’HangarBicocca

Dineo Seshee Bopape, “Ile aye, moya, là, ndokh…harmonic conversions…mm”, veduta della mostra, Institute for Contemporary Art, Virginia Commonwealth University, Richmond, 2021, Courtesy l’artista, Foto David Hale

Fino al 29 gennaio 2023 Pirelli HangarBicocca presenta “Born in the first light of the morning [moswara’marapo]”, la mostra antologica dedicata al lavoro di Dineo Seshee Bopape e che include anche una nuova produzione. La mostra è a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli.

Grazie a una distintiva combinazione di immagini in movimento, elementi sonori, disegni a pareti e un vasto vocabolario materico – che include terreno, acqua, argilla, carbone, mattoni, cenere, erbe, legno, e luce naturale – l’artista concepisce in Pirelli HangarBicocca un paesaggio visivo poetico, offrendo una riflessione sui concetti di memoria, materiale e socio-politica, e di riconciliazione interiore e con la storia.

Nella sua pratica Dineo Seshee Bopape (Polokwane, Sudafrica, 1981; vive a Johannesburg) incorpora media diversi – come la scultura, il disegno, il video e il suonoaccostando materiali organici e fortemente simbolici a un’estetica digitale e tecnologica. Partendo dal proprio vissuto legato al suo paese d’origine, il Sudafrica, l’artista tesse narrazioni in cui la corporeità femminile e materna assume un ruolo sostanziale per indagare archetipi (roccia, acqua, fuoco, aria) e mitologie ancestrali. La sua opera inoltre interroga il concetto di archivio, gli effetti del colonialismo e la funzione politica e spirituale della memoria. Allo stesso tempo, Bopape dà vita a installazioni ambientali attraverso l’impiego di elementi come terra e acqua, che, mescolati e lavorati insieme ad altre sostanze come carbone, cenere e argilla, suggeriscono nuove possibilità rigenerative fisiche, spirituali e sociali.

Dineo Seshee Bopape, Lerole: footnotes (The struggle of memory against forgetting), 2018

“Born in the first light of the morning [moswara’marapo]” è la prima mostra antologica dedicata all’artista sudafricano e presenta una serie di installazioni, disegni a parete e video, che offre ai visitatori e alle visitatrici l’opportunità di conoscere e approfondire la pratica dell’artista. Il titolo dell’esposizione evoca uno stato di rinascita o di transizione: con queste parole Bopape incoraggia a ripensare il concetto stesso di opera d’arte, non più intesa in senso monumentale e museale, ma come tramite tra mondi materiali e immateriali, esperienze e tempi differenti. Proprio a partire dalla scelta di utilizzare sia l’inglese sia il SePedi, una delle lingue Bantu del Sudafrica e sua lingua madre, l’artista estende concettualmente i parametri del suo lavoro.

 

Dineo Seshee Bopape, lerato laka le a phela le a phela le a phela / My love is alive, is alive, is alive, 2022 (still) Installazione video a tre canali, suono, colore 17’, Courtesy l’artista, Commissionato da TBA21–Academy e co- prodotto da Pirelli HangarBicocca

La luce, evocata nel titolo, funge anche da elemento visivo nel percorso espositivo per aprire a una riflessione sulla dimensione spaziale e non lineare del tempo, legata alla complementarietà fisico-percettiva tra chiarore e tenebre, aurora e crepuscolo. Entrando in mostra, l’osservatore è accolto nella semioscurità da opere in cui è centrale l’immagine in movimento. Mentre successivamente la luce naturale entra direttamente nello spazio grazie ad ampie vetrate aperte su entrambi i lati dell’edificio e illumina le installazioni ambientali, caratterizzate dall’uso di materiali organici. Attraverso questi accostamenti, l’artista offre una topografia inedita del suo lavoro, in cui installazioni materiche e strutture architettoniche vernacolari si mescolano a opere digitali e immateriali: un paesaggio cangiante che si trasforma a seconda delle ore della giornata e delle condizioni metereologiche.

Per Bopape anche l’aspetto sonoro ha un ruolo fondamentale nella pratica artistica: spesso la sua voce si unisce ai suoni astratti della natura, generando una dimensione melodica corale che caratterizza i suoi video, così come le sue installazioni. Insieme all’acqua, anche la terra e l’argilla sono gli elementi più riconoscibili e ricorrenti del lavoro dell’artista. Questi vengono combinati da Bopape per dar vita a installazioni, simili a paesaggi rocciosi e desertici stratificati, che raccolgono e conservano tracce del passato, memorie e storie collettive.

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