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La Business of Art Society del prestigioso Courtauld Institute di Londra. Parola alla presidente, Emma Ricci

Emma Ricci dei Campi
Emma Ricci
Giovanissima, almeno per gli standard italiani (classe 2002), e già presidente della BoAS, acronimo di Business of Art Society, del prestigioso Courtauld Institute of Art di Londra. Emma Ricci ci racconta, dalla posizione privilegiata in cui risiede, quel colto cocktail di attività, progetti e obiettivi messi in campo dalla realtà che presiede: un ponderato e consapevole mix di intenti e visioni, che alla densità teorica storico-critica dell’Istituto, permette di corredare (e così compensare) una conoscenza sul campo delle dinamiche aleatorie (e spesso folli e imponderabili) del mercato. Una chimera (fin troppo dinamica) per le nostre realtà accademiche, legate ancora a un trasversale conservatorismo stagno. Riflettori puntati quindi sulle rive del Tamigi, direzione Somerset House (anche se la BoAS fa riferimento alla sede di Vernon Square, Penton Rise) per un viaggio nelle viscere di questa preziosa costola del Courtauld – uno dei centri di riferimento per gli studiosi di storia dell’arte a livello internazionale, tra le storiche istituzioni del Regno Unito (è stato fondato esattamente novant’anni fa, nel 1932) – attraverso le parole della sua attuale figura apicale.

LZ: Business of Art Society: cominciamo dal principio. Quando è stata fondata l’associazione e che obiettivi si prefissa fin dalla nascita?

ER: La Business of Art Society è stata fondata nel 2005 da un gruppo di studenti del Courtauld. La nostra missione è quella di aiutare i giovani membri della Society ad accedere alle molteplici declinazioni commerciali del mondo dell’arte. L’associazione oltre ad organizzare conferenze, eventi e visite in gallerie, vuole creare diverse opportunità per i nostri membri, in primis quella di costruirsi una rete di contatti con professionisti che lavorano nel cuore dell’arte. Offriamo ai nostri membri esperienze peculiari e specifiche, nonché occasioni di sviluppare abilità nel campo del giornalismo, del marketing, dell’organizzazione di eventi e pubbliche relazioni, essenziali nel mondo competitivo dell’arte e degli affari.

Qual è nello specifico la vostra relazione con il Courtauld?

Siamo una delle loro Society e siamo finanziati dall’Unione studentesca dell’Istituto. L’unico obbligo che ci è posto risiede nel fatto che i membri del comitato della Society devono essere studenti attuali del Courtauld. Essere cosi legati al Courtauld ci porta tanti benefici e al contempo ci permette di rimanere indipendenti.

Com’è strutturato il comitato organizzativo?

Quest’anno il comitato è composto da undici persone, studenti sia del Bachelor di storia dell’arte sia dei Master. Abbiamo quattro “event coordinators” che organizzano principalmente i seminari – ognuno ne propone almeno uno ogni stagione ed è incaricato di seguire tutte le tappe della progettazione. Cinque “editors” che scrivono le review di ogni evento e gli articoli della newsletter. Un “head of digital content” che si occupa di coordinare la nostra presenza sui social network, il design della newsletter e altre necessità digitali.

Somerset House
Somerset House (fonte: Courtauld)

Tu in particolare, come presidente, di che cosa ti occupi?

Gestisco il team in toto, mi occupo di aggiornare il sito internet, gestisco le finanze e organizzo le visite nelle gallerie e i ricevimenti più importanti. Faccio l’admin a trecentosessanta gradi.

Quali sono le principali attività che organizzate?

– I seminari (più o meno uno al mese) in cui invitiamo un professionista del mercato dell’arte per parlare del proprio lavoro e percorso. Spesso chiediamo anche dei consigli di carriere. Questi eventi chiosano sempre con un post cocktail per permettere di tessere una rete di contatti. Negli anni la Society ha accolto come ospiti figure del calibro di Andrea del Mercato, direttore generale della Biennale di Venezia, l’art market economist Magnus Resch, e Morgan Long, Senior director del Fine Art Group;

– Le visite alle gallerie londinesi dove i direttori ci mostrano ed esplicano le opere in mostra e discutiamo del mercato. Anche in questo caso, una preziosa opportunità di networking;

– L’ultima attività, lanciata quest’anno, è quella della newsletter mensile. La prima è stata pubblicata a novembre, lo scopo è d’informare la nostra comunità, scrivendo su eventi e argomenti di attualità sul mercato dell’arte. L’obiettivo è quello di avviare un dibattito critico sui meccanismi e le dinamiche dell’art market.

17th OCTOBER 2022, ​MAGNIFICENT JEWELS: THE MARKET OF JEWELLERY WITH MARIANNA LORA (Sotheby’s)
17th OCTOBER 2022, ​MAGNIFICENT JEWELS: THE MARKET OF JEWELLERY WITH MARIANNA LORA (Sotheby’s)

A proposito di mercato dell’arte, quel è il vostro rapporto con il sistema, quindi fiere, gallerie, case d’asta?

Lo scopo è quello di essere il più vicino possibile a quel mondo. Attraverso la Society facciamo in modo di entrare nel ristretto cerchio che condiziona e muove le pedine del sistema. Il rapporto con le gallerie e le principali case d’asta è ottimo e, ogni anno, viene alimentato da nuovi eventi e nuove visite. Discorso leggermente più complesso per quanto riguarda le fiere, ma ci stiamo arrivando.

Feedback dei professionisti e della realtà con cui vi interfacciate?

La Society esiste da tanti anni, quindi è già ben integrata nella scena artistica londinese. Siamo sempre accolti in maniera eccellente, raramente le nostre proposte vengono respinte. Spesso tra membri della Society ci si ritrova poi nel mondo del lavoro, l’aura del Courtauld è ben nota nel settore. Ogni anno comunque riceviamo moltissime richieste per fare parte del comitato, testimonianza di come questa associazione sia diventata, col tempo, una vera e propria istituzione a Londra.

Lacrime di peonia
Dettaglio di peonia ricamata ad olio all’ultima Frieze Masters a Londra

Riscontri invece del pubblico che partecipa ai vostri eventi?

Ai nostri talks c’è sempre una media di sessante persone, sia del Courtauld sia di altre università sia di cittadini comuni che ci hanno trovato attraverso i social. In generale non ci possiamo lamentare, il pubblico è vasto e molto coinvolto nei nostri progetti.

Progetti per l’immediato futuro?

Per ora con il lancio della newsletter siamo parecchio occupati. Ci teniamo a curare al meglio le prossime edizioni, nella speranza che questo progetto editoriale continui anche l’anno prossimo con il nuovo comitato. Per il resto, abbiamo ancora tanti talks in preparazione e visite di gallerie previste per i prossimi mesi.

http://www.businessofartsociety.com/

visita H&W Amy Sherald
Visita alla mostra di Amy Sherald da Hauser and Wirth
Soirée snob chez la princesse
Soirée snob chez la princesse, opera di Mirò nello stand di Nahmad all’ultima edizione di Frieze

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