Palazzo Madama di Torino celebra Margherita di Savoia (Torino 1851-Bordighera 1926), la prima regina d’Italia
Era moderna, dinamica. Ha dato il nome alla pizza Margherita e “mangiava il pollo con le dita”. Simpatica, generosa, si preoccupava del bene della gente. A che serve essere prìncipi se non si può fare il bene come si vuole? Sosteneva Margherita. Era anche ambiziosa, spendacciona, sfoggiava gioielli da mille e una notte. Figlia di Ferdinando di Savoia, duca di Genova, eroe del Risorgimento, era nata a Torino nel 1851 e, a soli sedici anni, era andata sposa al cugino Umberto, per diventare regina il 9 gennaio 1878 a ventisette. E, a soli diciotto, aveva messo al mondo Vittorio Emanuele, unico erede della casata. Era così cominciata una lunga avventura, che l’aveva vista regnare in Italia, stando a Napoli, Roma, Torino, trasformando usi e costumi del Paese appena unito.
Il suo destino l’aveva portata a vivere in anni cruciali, tra Otto e Novecento, in cui l’Italia si trasformava. Nascevano le ferrovie, le industrie, le automobili, le prime organizzazioni sindacali, le scuole e gli asili, e persino le mostre, le Biennali di Venezia, le vacanze in montagna. Erano i primordi dell’Italia di oggi. E lei, Margherita, era stata all’altezza di questi cambiamenti, sostenendo il suo ruolo con eleganza, bellezza e cultura. Imperterrita, era stata sempre al fianco del marito, che invece la tradiva con la duchessa Eugenia Litta.
La mostra ci porta nella sua biografia attraverso una settantina di opere, ritratti, dipinti, sculture, abiti, gioielli, strumenti musicali, manoscritti, mobili, tappezzerie. Oggetti che ne caratterizzano il gusto, la personalità e le abitudini di vita insieme ad un filmato e a fotografie d’epoca. È la stessa Margherita che ci accompagna con i suoi ritratti scolpiti e dipinti. All’inizio un marmo di Giovanni Pandiani, firmato e datato «1868 Gio Pandiani Fec», ce la presenta quasi eterea con una lunga treccia sciolta, tre giri di perle, i lineamenti regolari, lo sguardo dolce. È ancora una ragazza, 17 anni, ma già sposata. Dieci splendidi abiti, usciti dalla collezione privata di Mara Bertoli, ci raccontano subito dopo il suo modo di abbigliarsi tra velluti di seta, paillettes, merletti e lunghi strascichi. Il marito, re Umberto I, appare invece austero con i suoi baffoni sabaudi nel ritratto del 1878 di Luigi Da Rios.
I primi anni di regno passati a Napoli e a Roma sono ricordati da oggetti come la Culla Principe di Napoli, il figlio, del 1869, un’opera d’arte in legno intarsiato, madreperla, corallo, oro, opera di prestigiosi maestri e da dipinti come la tela di Matteo Lovatti con L’arrivo a Roma del re Umberto I e della Regina Margherita il 24 novembre 1878. Nella capitale Margherita diventa l’anima di un’intensa vita di corte tra balli, ricevimenti, pranzi di gala. Stracarica di monili, riceve i membri delle case reali d’Europa indossando gli abiti sontuosi di Worth, il couturier parigino più alla moda. Ama i pizzi e i coralli, rianimando le relative manifatture. Elargisce sussidi a istituzioni religiose e laiche, asili, scuole, associazione caritative e soprattutto alle donne.
Interessata all’arte e alla letteratura, crea a Roma un salotto culturale e cura la sua ricchissima biblioteca. Nel 1893, come omaggio ai suoi venticinque anni di matrimonio viene fondata a Venezia la Biennale, di cui diverrà una frequentatrice dalla prima edizione del 1895. Suona il pianoforte, canta ed è appassionata di Wagner e Beethoven. Frequenta con assiduità la montagna, Gressoney, Courmayeur, la Val d’Aosta tutta, dove trova un amore, il barone Luigi Beck -Peccoz, che la ospita dal 1889 a Gressoney, e la accompagna in difficili ascensioni. Purtroppo il barone muore di infarto proprio in una di queste escursioni.
Dopo l’assassinio di Umberto I il 29 luglio 1900, la regina lascia il Quirinale dove si insediano i nuovi sovrani, il figlio Vittorio Emanuele ed Elena di Montenegro. Si stabilisce nel nuovo Palazzo Margherita a Roma e si dedica ad arricchire le collezioni d’arte sue e pubbliche sino al 1916 quando decide di trasferirsi nella bella villa di Bordighera, dove muore dieci anni dopo. Negli ultimi anni continua ad arredare le sue dimore con preziosi mobili, adesso esposti insieme ai servizi in porcellane usciti fale manifatture più esclusive, ai dipinti, in cui si respira l’aria delle contemporanee correnti pittoriche.
Margherita di Savoia Regina d’Italia
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, piazza Castello, Torino
13 ottobre 2022 – 30 gennaio 2023
A cura di Maria Paola Ruffino
Allestimento di Loredana Iacopino e, per la sezione degli abiti, di Massimiliano Capella
Catalogo Marsilio Arte
ORARI Lunedì e da mercoledì a domenica: 10.00 – 18.00. Martedì chiuso
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura