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Lullaby di Cattelan, l’opera sull’attentato mafioso di Via Palestro, è in mostra alla GAM

Lullaby di Maurizio Cattelan, realizzata nel 1994 con le macerie del PAC dopo l’attentato del 27 luglio 1993, sarà donata al Museo del Novecento ed è in mostra da pochi giorni alla GAM in dialogo con “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo,  una simbolica traiettoria che apre e chiude il Secolo Breve

Dopo il periodo di esposizione al Cimitero Monumentale, “Lullaby”, l’opera realizzata da Maurizio Cattelan nel 1994 con le macerie del PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea (recuperate in una discarica nei giorni successivi alla strage di via Palestro), nelle sale della GAM. Sarà donata al Museo del Novecento ed entrerà a far parte delle Collezioni civiche.

Si pone in stretta relazione con il capolavoro di Pellizza da Volpedo, “Il Quarto Stato”, recentemente riallestito nel museo nella sala adiacente, sarà visibile attraverso la serie scenografica dei tre archi divisori, quasi a disegnare a una parabola che segna l’inizio e la fine di un secolo.

«Maurizio Cattelan dimostra ancora una volta un affetto profondo per Milano – dichiara l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – ‘Lullaby’ è un’opera potente e simbolica, che racconta con efficacia straordinaria un pezzo di storia dolorosa della nostra città. Per questo è particolarmente significativo che entri a far parte delle collezioni civiche, che appartengono a tutti i cittadini e cittadine e custodiscono una parte preziosa della loro memoria. Il suo allestimento in una delle sale più suggestive della città, davanti a un’opera-icona come il Quarto Stato crea un cortocircuito emotivo capace di rinnovare lo sguardo su un intero secolo, quel Novecento italiano di cui Milano è capitale assoluta».

La strage di via Palestro è stata il 27 luglio 1993 quando, alle 23.34, esplode proprio davanti al PAC, un’autobomba. Una strage di matrice mafiosa che provoca la morte di cinque persone – i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e Moussafir Drissalle – e la distruzione del muro esterno del Padiglione d’Arte Contemporanea, lo spazio espositivo progettato da Ignazio Gardella nel 1954.

La prima esposizione dell’opera, in due diverse versioni, è del 1994 alla prima personale all’estero dell’artista presso la Laure Genillard Gallery di Londra e, in contemporanea, a una collettiva al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. A Londra una parte dei detriti è contenuta in un borsone da viaggio blu, simile a quello utilizzato per raccogliere il materiale delle demolizioni, ma che allo stesso tempo ricorda le borse utilizzate negli ospedali per trasportare la biancheria contaminata. Nella versione parigina, ora esposta alla GAM e donata dall’artista al Museo del Novecento, i resti del PAC sono raccolti in 40 sacchi di plastica bianca stoccati su due pallet.

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