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Decostruire e riformulare il linguaggio pittorico: Kounellis a Milano

Veduta della mostra KOUNELLIS alla Galleria Christian Stein di Milano, Senza titolo, 1993, Courtesy Galleria Christian Stein, Milano, Foto Agostino Osio
La Galleria Christian Stein presenta la mostra KOUNELLIS, nella sede di Corso Monforte 23, Milano dal fino al 21 gennaio 2023. La mostra rende omaggio all’artista greco naturalizzato italiano Jannis Kounellis, attraverso una selezione di 7 opere che allestite assieme compongono un’unica inedita installazione corale dalle dimensioni ambientali all’interno della sala espositiva.
L’evento apre uno scorcio sull’immaginario dell’artista considerato uno dei principali esponenti del movimento dell’Arte povera mettendo in luce elementi innovativi ed eredità della sua pratica artistica. Dagli anni ’60 Jannis Kounellis decostruisce e riformula il linguaggio pittorico preferendo a i mezzi tradizionali della pittura una commistione di medium (performance, sculture, installazioni) e di materiali inusuali all’interno dello spazio espositivo.
Oggi, tornano in mostra le lastre di metallo, il carbone, la traccia di fumo sulla parete, la tela di juta, la campana, il cappotto, accompagnati da elementi meno consueti nella produzione dell’artista come il crogiolo e la cera. Di questi si avvertono in sala perfino gli odori che costituiscono un vocabolario di immagini latenti risvegliando ricordi legati al nostro vissuto individuale e collettivo. Lo spettatore è così obbligato a condividere lo ‘spazio di rappresentazione’ con l’opera che, proiettatasi oltre la tela, invade l’ambiente.
Veduta della mostra KOUNELLIS alla Galleria Christian Stein di Milano, Senza titolo, 1987; Senza titolo, 1987; Senza titolo, 1993; Senza titolo, 2009; Senza titolo, 1990; Senza titolo, 1988; Senza titolo, 2000, Courtesy Galleria Christian Stein, Milano, Foto Agostino Osio
L’opera del 1987, allestita sulla parete più ampia della galleria, è composta da due moduli rettangolari: una doppia lastra di ferro alla quale sono fissati 20 cilindri di cera gialla e un gruppo di mensole vuote, a reggere i segni della fuliggine impressi sul muro. A terra, le fa eco un’altra opera dello stesso anno: una versione successiva della “carboniera” in ferro realizzata per la prima volta nel 1967, la cui struttura in metallo questa volta è riempita con cera gialla e catrame.
L’opera del 1993, esposta sul fondo della sala, presenta una campana e due lastre di ferro disposte ad angolo e sormontate da una putrella. La campana è appesa alla corda mentre la putrella ne sostiene il peso reale. La campana dipinta per metà di nero è simbolo di una ritualità che per secoli ha definito il senso di comunità. Abbandonata la parete, l’opera abita lo stesso spazio dello spettatore definendosi in relazione alla sua esperienza fisica. Al lato opposto della sala sono esposte due grandi lastre, una attorniata da un fascio di corde che regge due crogioli (1990), l’altra composta da tre cappotti neri pressati da altrettante placche di metallo (2009). In mostra, anche due lastre di dimensione inferiore le cui mensole reggono rispettivamente carbone (1988) e sacchi di juta (2000).
Veduta della mostra KOUNELLIS alla Galleria Christian Stein di Milano, Senza titolo, 1990, Courtesy Galleria Christian Stein, Milan, Foto Agostino Osio

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