Autobiografie, le novità in libreria. Da Paul Newman a Hirokazu Koreeda, da Munch a Letizia Battaglia, quando gli artisti e i protagonisti della contemporaneità si raccontano con parole proprie
>> Koreeda Hirokazu – Pensieri dal set (Cue press)
Palma d’Oro a Cannes nel 2018 con Shoplifters, Koreeda Hirokazu ha saputo imporsi come uno dei più importanti registi giapponesi del panorama contemporaneo con una poetica intima scandita da racconti fragili e delicati. Dopo due film che lo hanno portato all’estero (La verità in Francia e Broker in Corea del Sud), il regista è tornato a raccontare storie di casa sua con The Makanai: Cooking for the Maiko House, serie TV targata Netflix (in catalogo dal 12 gennaio). Nel frattempo è uscito in libreria Pensieri dal set, autobiografia artistica e testo teorico che ripercorre la sua carriera. Il cineasta giapponese rievoca ricordi ed episodi inediti avvenuti durante la lavorazione dei suoi film, pagina dopo pagina racconta non solo della sua poetica, ma anche della sua visione sulla società giapponese, tema centrale delle sue pellicole. Il regista ricostruisce così il proprio personalissimo viaggio nel mondo del cinema, un percorso che inizia nel mondo della TV degli anni ’80 (per cui nutre ancora grande affetto e riconoscenza, professionale e sentimentale), prosegue con i primi documentari agli inizi degli anni ’90 e arriva fino ai riconoscimenti internazionali (Father and Son, premio della giuria al Festival di Cannes del 2013).
Pensieri dal set è un testo ricco di riflessioni e riferimenti, Koreeda parla della sua formazione, dei suoi riferimenti artistici e professionali, delle sue aspirazioni e delle sue aspirazioni, fornisce spiegazioni sulla tecnica (sia per quanto riguarda il documentario che la fiction) e riflette sulle possibilità del media televisivo. Questa “autobiografia” si rivela così come una lettura preziosissima per cinefili e appassionati del cinema che arriva dal Giappone, una lettura imperdibile.
>> Paul Newman – Vita straordinaria di un uomo ordinario (Garzanti)
Dal 1986 al 1991 Paul Newman inizia a coltivare il progetto di un’autobiografia, lo fa a modo suo, in conversazione con l’amico Stewart Stern, sceneggiatore, tra gli altri, di Gioventù Bruciata e La prima volta di Jennifer (debutto di Paul Newman come regista, candidato a quattro Oscar). Il progetto però non è mai andato in porto e per lunghi anni, dopo la morte dell’attore, la famiglia non ha avuto idea di dove fosse stipato tutto il materiale raccolto (le registrazioni delle conversazioni, appunti, e interviste ad amici e colleghi) fino al loro fortuito ritrovamento nel 2019: ben quattordicimila pagine. Dopo un accurato lavoro di selezione, vede ora così la luce questa autobiografia in cui Paul Newman cerca di raccontarsi con parole sue, desideroso di rivelare, soprattutto alla sua stessa famiglia, il lato più nascosto sé. Sensibile, generoso, gentile; anaffettivo, alcolista, narciso: come era realmente Paul Newman? Entrambe le cose, parrebbe. Pessimo figlio di pessimi genitori, pessimo genitore di figli a cui ha rovinato la vita. Meglio come nonno. Come attore? Pronto alle sfide, celebrare, insicuro, un anti-divo. Hollywood gli andava stretta, solo nell’alcol sembrava trovare un equilibrio. Racconta gli snodi salienti della sua vita, dall’infanzia al primo matrimonio, non nasconde infedeltà e incomprensioni. Parla del figlio Scott, morto suicida nel 1978, del senso di colpa, di impotenza.
È un’autobiografia anomala per un attore, si parla anche di cinema, ma poco, e sempre sotto la lente dei rapporti umani che hanno legato l’attore ai colleghi. Accanto ai ricordi di Paul Newman, come in un documentario, arricchiscono la narrazione le testimonianze di parenti, amici e persone che hanno lavorato a suo fianco (la prima moglie Jackie Witte, l’amore della sua vita Joanne Woodward, Eva Marie Saint, Elia Kazan, Sidney Lumet, etc).
>> Edvard Munch – La danza della vita (Donzelli)
Celeberrimo al grande pubblico per il suo Urlo, ma quasi sconosciuto per tutto il resto. Quella di Edvard Munch è una vita segnata da dolori precoci e profondissimi, la morte di sua madre, seguita da quella della sorella Sophie, così come la depressione del padre, segneranno fin da subito sia la sua vicenda umana che quella artistica. Munch, oltre a dipingere, ha scritto per tutta la vita: appunti, taccuini, diari, poemi in prosa, bozzetti letterari, note di viaggio, articoli e, naturalmente, lettere. L’artista ha dato forma ai suoi pensieri e alle sue emozioni non solo in quadri, stampe e disegni, ma anche in testi infusi di lirismo, nei quali le considerazioni sull’arte si accompagnano a ritratti di ambienti e personaggi che hanno lasciato in lui un’impronta. «Nella mia arte – scriveva – ho cercato di spiegare a me stesso la vita e il suo senso», tentando allo stesso tempo di «aiutare gli altri a chiarirsi la propria». La scrittura, la pittura e l’incisione sono per l’artista elementi che vanno a comporre un disegno unitario. I testi raccolti in questo libro contribuiscono a ricostruire così il modo in cui Munch concepiva la sua pittura, consentendo di cogliere la complessità dell’universo – umano e creativo – dell’artista e permettendo di leggere le sue opere – sia le più famose che le meno conosciute – sotto il riflesso di una nuova luce.
>> Letizia Battaglia – Diario (Castelvecchi)
Quella di Letizia Battaglia è la storia di un’indomabile ragazza siciliana che ha sfidato l’autorità maschile, la cultura e la società pervase dalla mafia. Classe 1935, Letizia si sposa presto, a 16 anni, ha 3 figlie, e inizia a lavorare come giornalista solo dopo il divorzio, nel 1971. Prende in mano una macchina fotografica quando scopre che avrebbe potuto vendere meglio i suoi articoli se accompagnati da immagini. Nasce così, per necessità, la sua passione per la fotografia. Nel 1974, dopo un periodo a Milano con il fotoreporter Franco Zecchin, torna a Palermo per lavorare per il giornale di sinistra L’Ora, fino alla sua chiusura nel 1990; nel corso della sua carriera per la rivista ha scattato quasi 600.000 fotografie. Negli anni ’90 ha documentato la feroce guerra interna della mafia e il suo violentissimo impatto sulla società civile trovandosi, a volte, sulla scena di quattro o cinque diversi omicidi in un solo giorno. Una vita vissuta senza schemi: dalla fotografia di strada, per documentare i morti di mafia, all’impegno in politica, Letizia Battaglia è stata una figura fondamentale nella Palermo e nell’Italia tra gli anni Settanta e Novanta.
Diario è il racconto autobiografico con cui Letiza Battaglia racconta il suo sogno di libertà e giustizia, motore della sua vita. Un percorso – di protagonista e interprete del presente – scandito dalle (sue) fotografie. Questo è il libro che Letizia ha consegnato alla società, il suo monito, il suo augurio e il suo testamento. Diceva: “La mia vita è stata una lotta senza saperlo”.
>> Dante Ferretti – Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar (Jimenez)
Essere scenografi significa riuscire a “immaginare prima” il mondo che lo spettatore vedrà sullo schermo e poi realizzarlo. Dante Ferretti, scenografo tre volte premio Oscar (per The Aviator, Sweeney Todd e Hugo Cabret), il prediletto, tra gli altri, di Scorsese. Come racconta lui stesso in questa autobiografia, nata da una serie di conversazioni con lo scrittore David Miliozzi, Dante Ferretti è nato “due volte” a Macerata: la prima il 26 febbraio 1943, la seconda quando la casa di famiglia fu demolita da un bombardamento e lui miracolosamente estratto vivo dalle macerie.
Questa autobiografia è un viaggio dalla provincia italiana degli anni Quaranta fino alla Hollywood dei nostri giorni, passando dietro le quinte di film che hanno fatto la storia del cinema come L’età dell’innocenza, Kundun, E la nave va e Casinò.