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Oltre 1,2 milioni di euro in asta da Bonino per il gesso di Canova vincolato dallo Stato

La casa d’asta Bonino ha venduto un raro gesso di invenzione di Antonio Canova, vincolato dallo Stato, a € 1.228.500, una cifra 6 volte superiore alla base d’asta (€ 200.000)

Nonostante il vincolo al territorio italiano e quindi al mercato interno, “Amore e Psiche” ha raggiunto il prezzo record per un gesso di invenzione di Canova e il quarto risultato più importante in assoluto per una sua scultura (i primi tre sono tutti relativi a marmi: Sotheby’s Londra 5 milioni nel 2018, Christie’s Parigi 3,7 milioni nel 2017 e Hotel de Ventes Monte-Carlo 2 milioni nel 2019) e supera persino la Danzatrice in marmo (178×65 cm), aggiudicata a Vienna, da Dorotheum nel 2019 a € 1.148.000. Si doppia così anche il precedente record d’asta italiano per un’opera di Canova di € 602.000, che era detenuto dal “Gruppo Venere e Adone”, gesso, 185x80x60, venduto da Finarte Milano nel 1999.

L’opera fu eseguita nello studio di Antonio Canova (1757-1822), con invenzione del maestro e sotto il suo controllo, probabilmente da Vincenzo Malpieri e Giuseppe Torrenti, i suoi più famosi gessini: così erano chiamati gli aiutanti di Canova responsabili per la predisposizione dei gessi.

Si tratta di un gesso di 148x68x65cm proprietà di Veneto Banca SpA in LCA, gruppo bancario ora in liquidazione coatta amministrativa che, pur non avendo mai formato una collezione (a differenza dell’altro grande istituto veneto, la Banca Popolare di Vicenza, che invece costituì un vero e proprio museo in Palazzo Thiene a Vicenza supportato da una strutturata attività di ricerca, espositiva ed editoriale), ha nel tempo, in modo piuttosto randomico, acquisito alcune opere d’arte di differenti temi e qualità, per arredare le proprie sedi o anche a seguito di fusioni e procedure di recupero del credito.

L’opera in marmo – da cui questo gesso è tratto – fu realizzata da Canova nel 1796-1797 ed in seguito venne acquistata da Gioacchino Murat, per entrare nelle collezioni del Louvre. Canova chiamava questo tipo di gessi “da forma buona” ossia cavati dal marmo, e li faceva realizzare appositamente a scopo promozionale, per esporli nel proprio studio romano al fine di ottenere nuove commissioni di marmi o diffondere con la loro circolazione la propria fama, ma anche per poter essere riutilizzati, con modifiche, come modello per altre opere. Il calco in gesso di proprietà di Veneto Banca è citato, negli antichi archivi canoviani, tra le opere trasportate dallo studio romano di Canova a Possagno dopo la sua morte, nel 1829.

L’opera è stata oggetto di numerose esposizioni tra cui Canova. Eterna Bellezza (Roma, Palazzo Braschi 2019-2020), Canova. Gloria Trevigiana (Treviso, Museo Bailo, maggio-settembre 2022: opera immagine in tutta la comunicazione) ed è attualmente esposta nella mostra Io, Canova. Genio europeo (Bassano del Grappa, 15 ottobre 2022 – 12 marzo 2023). Tale la fama di questo gesso, vincolato nel 2022 come bene di straordinario valore storico artistico dal Ministero della Cultura – che nel 2021 è stato richiesto dal Comune di Venezia per celebrare i milleseicento anni della Serenissima (421-2021).

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