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Scoprire Kiki Smith a Milano: dalla nuova personale alla Galleria Raffaella Cortese alle opere a nctm e CityLife

Kiki Smith, The Cat Himself Knows, 2023. Veduta della mostra da Galleria Raffaella Cortese, via A. Stradella 4, Milano. Foto: Lorenzo Palmieri
Kiki Smith, The Cat Himself Knows, 2023. Veduta della mostra da Galleria Raffaella Cortese, via A. Stradella 4, Milano. Foto: Lorenzo Palmieri
Alla Galleria Raffaella Cortese, a Milano, da oggi le mostre personali di tre protagoniste della ricerca contemporanea: Joan Jonas (1936, New York) con “Drawn on the Wind”, Simone Forti (1935, Firenze) con “Distant Lands” e Kiki Smith (1954, Norimberga, Germania) con “The Cat Himself Knows” (tutte fino al 18 maggio). Quest’ultima in particolare, assieme a nctm e City Life, disegna una costellazione di luoghi in cui è possibile incontrare il lavoro di Kiki Smith nel capoluogo lombardo: la gallerista Raffaella Cortese, Gabi Scardi, curatrice di nctm per l’arte, e Roberto Pinto, curatore del parco delle sculture di City Life, ci accompagnano in un ideale percorso alla scoperta delle opere presenti in questi luoghi.

Galleria Raffaella Cortese, “The Cat Himself Knows”: ce ne parla Raffaella Cortese

«Parlare di Kiki Smith a Milano mi riporta alla nostra mostra nel 2001: era la prima volta che gliene veniva dedicata una in Italia e per me è stata un grandissima felicità, oltre che un privilegio, perché credo sinceramente nel suo modo di vedere e restituire la realtà, oltre che esserle legata da un caldo sentimento di stima. Con lei ho sempre portato avanti un rapporto di grande empatia e di reciproco accompagnamento nelle trasformazioni della nostra storia personale, del mondo che ci circonda e del sistema dell’arte.

Di Kiki Smith mi emoziona da sempre l’attenzione e la perseveranza con cui parla dell’essere umano nei suoi aspetti più fisici, focalizzando spesso l’attenzione sul corpo della donna e sulla lotta femminile, mai esaurita, per la libertà. Non solo: non smette mai di affascinarmi la sua maestria nelle tecniche. È straordinario per esempio l’uso che fa dell’incisione, un medium ancora poco valorizzato che abbiamo voluto mostrare come protagonista in una personale dedicata a Kiki nel 2006, e della fotografia, che la accompagna nella sua instancabile scoperta del mondo tra bellezze e distonie e che abbiamo presentato in un’altra mostra, nel 2012.

“The Cat Himself Knows” è il quinto progetto espositivo di Kiki Smith nei nostri spazi, focalizzato sulla più recente ricerca scultorea e pittorica dell’artista, un’indagine che nasce proprio a Milano. Procedendo dall’osservazione dei gatti guardiani dei bastioni del Castello Sforzesco, emblema della convivenza di domestico e selvaggio, Kiki ha realizzato disegni e sculture che ancora ritornano alla sua fascinazione per il mondo animale, nutrito di riferimenti alle filastrocche di T. S. Eliot».

Kiki Smith, The Cat Himself Knows, 2023. Veduta della mostra da Galleria Raffaella Cortese, via A. Stradella 4, Milano. Foto: Lorenzo Palmieri

nctm, Pyre Woman Kneeling: ce ne parla Gabi Scardi

«nctm e l’arte è un progetto dedicato all’arte contemporanea. Nato nel 2011 in seno allo Studio Legale Advant Nctm, è stato ideato a partire dalla convinzione che l’arte sia veicolo di uno sguardo attento al presente. 

Tra le attività di cui si compone c’è una serie di incontri aperti al pubblico, la collaborazione con istituzioni culturali, la realizzazione di progetti pubblici, il sostegno a progetti artistici, la borsa di studio nctm e l’arte: artists in residence, nata nel 2012 a favore della mobilità degli artisti residenti in Italia al di fuori del paese. Oltre a ciò l’iniziativa prevede la costituzione di una collezione. Le opere sono destinate a vivere all’interno dello Studio e ad essere fruite sia dai professionisti che lo frequentano sistematicamente – a loro, peraltro, sono anche dedicati momenti speciali di un contatto con gli artisti – sia da chi vi si reca a diverso titolo. 

Tra le primissime acquisizioni c’è stata proprio la Pyre Woman Kneeling di Kiki Smith: un’opera di dimensioni museali e di grande impatto, significativa del percorso di questa artista che da sempre si interessa alla rappresentazione femminile nella storia culturale. 

Progettata inizialmente come opera pubblica destinata alla città tedesca di Norimberga, che in epoca medievale fu un epicentro della caccia alle streghe, la Pyre Woman evoca questo tragico fenomeno e si offre come memento rispetto alle prevaricazioni di oggi. La figura femminile, in bronzo, di dimensioni reali, si trova inginocchiata su una pira di legno pronta a bruciare; indifesa, ma al contempo energica, carica di pathos, forte della propria dignità.

Considerando che la collezione nctm e l’arte si focalizza da sempre e con decisione su opere capaci di esprimere tematiche legate ai diritti, alla giustizia, alla sostenibilità e all’equità sociale, l’entrata nella collezione di Pyre Woman Kneeling di Kiki Smith ha costituito un preciso avvio. A tutt’oggi, per il suo significato e per la sua efficacia,  si tratta di una delle opere più amate all’interno dello Studio e più apprezzate da chi si trova a vederla.

La sede di Advant Nctm Studio Legale di Milano, in via Agnello 12, è visitabile il 15 aprile dalle 10.00 alle 13.00; in quell’occasione si svolgerà tra l’altro una performance di Claudia Losi. È inoltre visitabile su appuntamento durante la settimana di Art Week». 

Foto: Andrea Rossetti. Courtesy nctm e l’arte

CityLife, Guardiane: ce ne parla Roberto Pinto

«In estrema sintesi il percorso d’arte a CityLife nasce con l’intento di creare una collezione di sculture all’aperto che possa essere fruita dai cittadini senza la necessità di entrare in un museo. Alla base c’è l’idea di un’arte pubblica che ha come obiettivo la divulgazione dell’arte stessa. Quando nel 2014 si è iniziato a lavorare al progetto generale sono stati individuati artisti di differenti generazioni e diverso background che, oltre a portare avanti ricerche rilevanti da un punto di vista artistico, avessero a cuore anche il dialogo con le persone, il tentativo stesso di comunicare con gli altri e la capacità di confrontarsi con lo spazio pubblico. Questa scelta è legata anche alla particolarità del luogo in cui sorge il parco: è al centro di una zona commerciale in trasformazione, in cui non è presente una comunità con cui poter realizzare un discorso di arte partecipata, è stato, quindi, necessario invitare degli artisti disposti a confrontarsi con uno spettatore di passaggio.

Le opere, alla luce del contesto, non sono state concepite come oggetti solo da vedere o oggetti di valore da mettere sotto i riflettori, ma come elementi che si possono toccare, “usare”, che in qualche modo hanno a che fare con il quotidiano o entrano a farne parte: oggetti insoliti incontrati per strada che cercano di porre domande e instaurare un dialogo con il passante.
Nel parco oggi si trovano lavori di Matteo Rubbi, Ornaghi e Prestinari, Judith Hopf, Wilfredo Prieto, Serena Vestrucci, Pascale Marthine Tayou, Kiki Smith, Adrian Paci, Riccardo Benassi, Mario Airò, Alfredo Jaar, Otobong Nkanga. Per l’art week saranno anche inaugurati i lavori di Rossella Biscotti, Elisabetta Benassi, Liliana Moro, Adelita Husni Bey;  subito dopo Jeremy Deller e in ottobre Shilpa Gupta.

Abbiamo invitato Kiki Smith perché è un’artista importante che lavora con la scultura in modo innovativo e perché nella sua ricerca sono presenti molte tematiche di grande attualità, come il femminismo, il femminile in generale, l’uso del corpo, che rivestono un grande interesse anche per le nuove generazioni. Come tutti gli artisti che partecipano al progetto ha visitato il parco (in quel momento c’era un solo grattacielo, il resto era un gran cantiere), le abbiamo spiegato la relazione del luogo con la città e le abbiamo chiesto di pensare un lavoro che potesse essere significativo in quel luogo e che potesse interrogare le persone.

Kiki Smith ha proposto due grandi sculture in bronzo che rappresentano due gatte. Quest’opera è nata da una riflessione sul fatto che oggi si tende ad antropizzare tutto e forse agli animali non viene più lasciato lo spazio per vivere liberi nelle città, per poter in qualche modo conservare una vita indipendente dall’urbanizzazione del luogo. Osservando la zona e rilevando la presenza di alcune colonie feline – preservate anche a Milano, come in ogni città – Kiki Smith ha individuato nel gatto un animale non asservito completamente agli esseri umani, anche quando a stretto contatto con loro. Per sottolineare questa lettura i due esemplari rappresentati non hanno le sembianze di gatte leziose, sono animali arruffati, “selvatici”, che scrutano lo spettatore, figure enigmatiche che ricordano la sfinge e portano un mistero da scoprire progressivamente, giorno dopo giorno, passando loro accanto. È un lavoro che condensa l’intensità, le tematiche e il tratto sempre innovativo di Kiki Smith».

Kiki Smith, Guardiane, 2022. Permanent installation at ArtLine Milano. Photo: Alberto Fanelli

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