L’asta Sotheby’s intitolata Surrealism and Its Legacy del 15 marzo 2023 ha realizzato 16,980,100 euro, una cifra al di sotto delle stime pre-asta (19,8 milioni di euro). Diversi invenduti tra gli highlight presentati prima della vendita (da Dalì a Fontana)
E’ stata la seconda vendita serale dedicata al Surrealismo di Sotheby’s nella Ville Lumière dopo l’inaugurazione nel 2022 di questo format parigino con una vendita di successo di quasi 33 milioni di euro. Tra i top lot René Magritte, Francis Picabia e Yves Tanguy, nuovo record per Kurt Seligmann (“The Alchemy of Painting”, venduto per 317,500 euro).
Les Jeux nouveaux
Estimate: 800,000 – 1,200,000 EUR
LOT SOLD: 1,427,400 EUR
The Alchemy of Painting
Estimate 180,000 – 250,000 EUR
Lot Sold 317,500 EUR
Tuttavia, alcuni lotti molto attesi prima della vendita sono rimasti al palo, come “The Two Sisters (After de Chirico)” di Andy Warhol del 1982 (stima 2-3 milioni), “Vibrations nues dématérialisant un nu habillé de vibrations super-nues”del 1956 di Salvador Dalí (1-1,5 milioni) e un’opera di Lucio Fontana del 1965, due tagli su bianco (700 mila- 1 milione). Del maestro spazialista, però, una scultura degli anni Sessanta, è stata aggiudicata a 304,800, una cifra ben oltre le stime (80-120 mila).
Concetto spaziale
Estimate 80,000 – 120,000 EUR
Lot Sold 304,800 EUR
Top price per “La Leçon de Musique” di Magritte (circa 1965) battuto a 2,952,000 (stima 2,3-3,5 milioni). Dipinto dal surrealista belga appena due anni prima di morire, prende il titolo da un dipinto di Vermeer. Uno degli antichi maestri più venerati da Magritte per la sua magistrale tecnica e l’uso della luce. È un perfetto esempio dell’immaginario surrealista, che combina molte dei temi ricorrenti del pittore: tra cui la campana, parti del corpo isolate, oggetti sospesi nel tramonto e giustapposizioni inaspettate. Una sorta di “canto del cigno al Surrealismo”, realizzata in un’unica versione a olio, preceduta però da alcuni studi su carta realizzati dall’inizio del 1963. Solo due i suoi proprietari nella storia, il primo aveva acquistato l’opera direttamente da Magritte. Dal 2011 è esposto al Museo Magritte di Bruxelles.
Seconda classificata “Novia” (1916) di Francis Picabia, aggiudicata a 2,226,000 euro. L’opera fu, a inizio Novecento, quasi un feticcio per gli artisti surrealisti, che se lo scambiarono più volte. Pare, per esempio, che fece parte delle collezioni di Duchamp e Tzara, forse anche di quella di Breton. A renderlo importante, contribuisce il ruolo simbolico che ha nella produzione di Picabia. L’artista lo realizzò nel 1916, ovvero l’anno successivo al suo viaggio a New York, dove il pittore incontrò Duchamp ed entrò in contatto con il Dadaismo, movimento precursore del Surrealismo.
Il titolo Novia, dipinto in alto a sinistra sulla tela, in spagnolo significa giovane sposa o fidanzata e si lega in modo allusivo al soggetto dell’opera, ovvero una locomotiva, l’espressione più definita dell’industrializzazione di massa della società. Picabia era infatti convinto che il progresso fosse legato inevitabilmente all’importante ruolo della donna nella società. Nel dipinto, Picabia riunisce così i due pilastri più importanti della nuova era: l’emancipazione delle donne nella società del dopoguerra e le innovazioni meccaniche dell’epoca.