Print Friendly and PDF

Da Magritte a Picasso fino a Cecily Brown: la collezione del discografico Mo Ostin all’asta da Sotheby’s

René Magritte, L’Empire des lumières August — September 1951, oil on canvas 31 5/8 by 25 7/8 in. Estimate $35 – 45 million

Il 16 maggio Sotheby’s offrirà all’asta 33 opere dalla collezione di Mo Ostin, leggendario discografico e dirigente della Warner Bros che ha lavorato nel mondo della musica per 50 anni. Il catalogo è stimato oltre 120 milioni di dollari e sarà guidato da “L’impero delle luci” di René Magritte, quotato fino a 45 milioni di dollari

Durante i suoi 30 anni di carriera alla Warner Bros, Mo Ostin è stato determinante nella costruzione delle carriere di molti degli artisti più apprezzati della sua epoca. Scomparso nel 2022 a 95 anni, Mo Ostin è stato descritto come «uno dei più grandi recordman di tutti i tempi e uno dei principali artefici del business musicale moderno».

Nel necrologio pubblicato dal New York Times nell’ agosto 2022 si leggeva: «L’elenco degli artisti che hanno firmato per la costellazione di etichette Warner Bros guidati da Mr. Ostin sembra un music hall of fame da sogno. Include cantanti cardine degli anni ’50 come Frank Sinatra, Bing Crosby e Sammy Davis Jr.; innovatori degli anni ’60 e ’70 come Van Morrison, Joni Mitchell e i Grateful Dead; e rivoluzionari degli anni ’80 e ’90 come Madonna, i R.E.M. e i Green Day».

Ma questa, aggiungono da Sotheby’s, «è solo la punta dell’iceberg. Il pantheon di artisti di Ostin include anche Randy Newman, Jimi Hendrix, Neil Young, James Taylor, Paul Simon, Rod Stewart, Black Sabbath, Dire Straits, Prince e Red Hot Chili Peppers, tra molti altri».

Mo Ostin at the Mo Ostin Basketball Center at UCLA

Per Ostin «l’artista è la persona che dovrebbe essere in primo piano». Non solo nella sfera musicale. Ostin è stato anche un grande appassionato d’arte. Questa era una passione privata. Ma è stata altrettanto forte: nel 1996 ha incaricato Roy Lichtenstein di creare un nuovo logo per la DreamWorks Records; e i suoi primi giorni alla Verve Records lo hanno visto stringere un accordo con Picasso (purtroppo non realizzato, con grande dispiacere di Ostin) in base al quale l’artista avrebbe realizzato un film d’animazione su Don Chisciotte. Da bambino visitava i musei con i suoi genitori, l’arte era spesso al centro delle amicizie e delle conversazioni di Ostin e  lo circondava anche a casa: nel corso di circa cinquant’anni, Ostin ha cercato magnifiche opere d’arte che, proprio come la musica che ha coltivato, erano tutte della migliore qualità.

In una Evening Sale e una Day Sale in calendario per il  16 e il 19 maggio a New York,  Sotheby’s offrirà 33 opere (raramente esposte) dalla collezione di Mo Ostin che riflettono l’esigente gusto personale, la fiducia e l’amore di Ostin per la pittura e il disegno attraverso le generazioni.

Proprio come con la musica, anche l’arte visiva amata da Ostin spazia per generi e per periodi: le opere della sua collezione, che include disegni e dipinti di artisti del XX e XXI secolo, vanno dal 1915 fino a lavori creati nel 2019 e abbraccia un’intera gamma di artisti: da René Magritte e Pablo Picasso, a Willem de Kooning, Joan Mitchell e Cy Twombly; da Richard Estes, Brice Marden, Albert Oehlen e Richard Prince a Jean-Michel Basquiat, Mark Grotjahn, Takashi Murakami, Joe Bradley e Cecily Brown.

L’intera portata della sua collezione è sempre rimasta relativamente sconosciuta, con molte delle opere che non sono mai state viste fuori dalla sua abitazione, in pubblico o sul mercato, da quando Ostin le ha acquisite, in molti casi decenni fa. «Questa collezione sarà il momento clou e il fulcro della nostra stagione delle aste di maggio a New York» ha affermato Brooke Lampley da Sotheby’s.

Alcune opere in asta

René Magritte, L’Empire des lumières August — September 1951, oil on canvas 31 5/8 by 25 7/8 in. Estimate $35 – 45 million

Acquistato da Mo Ostin nel 1979 e da allora non più visto in pubblico, L’Empire des lumières è un’immagine definitiva del Surrealismo e un capolavoro senza tempo. Magritte inizia a lavorare su una versione di questo soggetto nel 1948, tornando sull’idea numerose volte nel decennio successivo, reinventando e arricchendo attentamente ogni nuova composizione. Il risultante gruppo di diciassette oli intitolato L’Empire des lumières costituisce uno dei pochi tentativi di Magritte di creare una “serie” all’interno della sua opera. La serie ha avuto un immediato successo di pubblico e di collezionisti: la prima versione è stata acquistata da Nelson Rockefeller e altri esemplari sono conservati alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, al Museum of Modern Art di New York, alla Menil Collection di Houston e al Royal Musei di Belle Arti del Belgio, Bruxelles. Di tutta la serie, tuttavia, L’Empire des Lumières della collezione Ostin – assicurano da Sotheby’s – è l’unica composizione a utilizzare il fogliame verticale dominante, un albero eccezionalmente alto posizionato minacciosamente a destra del maestoso maniero con le sue misteriose finestre luminose, insieme a un grande masso, accuratamente posizionato in primo piano, ma quasi nascosto nella composizione.

Ricordiamo che nel marzo 2022 una delle famose versioni de  “L’impero della luce” di Magritte è stato venduto in asta a Londra per 59,4 milioni di sterline (circa 79,7 milioni di dollari) realizzando il nuovo record mondiale per l’artista in asta.

 

René Magritte, Le Domaine d’Arnheim
1949, oil on canvas
39 1/4 by 32 in.
Estimate $15 – 25 million

Le Domaine d’Arnheim: questo dipinto condivide il nome con quello di un racconto di Edgar Allen Poe, uno degli autori preferiti di Magritte. La storia di Poe ha ispirato una serie di opere, ognuna delle quali cerca di catturare la “suprema maestà e dignità” del paesaggio montuoso del titolo della storia. Magritte modella la montagna centrale in lontananza nella forma dell’aquila da cui prende il nome (Arnheim è il termine tedesco per “casa delle aquile’).

 

 

Cy Twombly, Untitled
1962, oil paint, wax crayon, and lead pencil on canvas
49 ⅝ by 56 3/4 in.
Estimate $14 – 18 million

Originariamente parte della rinomata collezione di Madeleine Everaert, questo “Untitled” è stato realizzato da Twombly a Roma al culmine del suo rivoluzionario “periodo barocco” nel 1962 e racchiude il fascino dell’artista per l’architettura antica, la poesia e le saghe degli dei.

 

 

Joan Mitchell, Untitled
Circa 1958, oil on canvas
75 by 71 in.
Estimate $7 – 10 million

Rimasto nella collezione Ostin per 25 anni,  “Untitled” di Joan Mitchell è stato eseguito intorno al 1958. Dipinti comparabili dello stesso anno appartengono ad alcune delle istituzioni più rinomate del mondo, tra cui il Centre Pompidou a  Parigi, il Museo di arte moderna di San Francisco  e il Museo d’arte di Cleveland.

 

 

Pablo Picasso, Paysage
Mougins, 4 May 1965, oil and Ripolin on canvas
50 1/2 by 63 3/4 in.
Estimate $7 – 10 million

Già nella collezione di Maya Picasso, “Paysage” è un raro esempio di paesaggio all’interno della prolifica opera dell’artista.

 

 

 

Jean-Michel Basquiat, Moon View
1984, acrylic, colored Xerox paper collage and oil paint stick on canvas
66 by 60 ¼ in.
Estimate $7 – 10 million
Cecily Brown, Free Games for May
2015, oil on linen
67 by 65 in.
Estimate $3 – 5 million

 

Filantropia

Abbondante e generosa è stata anche l’attività  filantropica di Mo Ostin e sua moglie Evelyn. La loro eredità di beneficenza continua a vivere all’interno della comunità di Los Angeles e oltre, in particolare all’UCLA, dove Mo si è laureato nel 1951. Hanno donato due edifici all’avanguardia che offrono agli studenti spazi pionieristici in cui divertirsi ed espandere le proprie passioni. Il primo è l’Evelyn and Mo Ostin Music Center, inaugurato nel 2014. Il secondo, il Mo Ostin Basketball Center, è stato inaugurato nel 2019.

www.sothebys.com

Commenta con Facebook