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Alla Fondazione Insula Felix Marcello Maloberti omaggia Milva. Le parole dell’artista e di Martina Corgnati

Milva e Martina Corgnati a Tokyo nel 1986

Milva e Martina Corgnati a Tokyo nel 1986

A Milano, in via Serbelloni 9, Martina Corgnati ha aperto al pubblico le porte di quella che un tempo era l’abitazione privata di sua madre, la cantante Milva, trasformandola nella sede della Fondazione Insula Felix.
Istituita da Milva stessa nel 1984 come fondazione di famiglia, Insula Felix dal 2022 è un’istituzione no profit per volontà di Martina Corgnati. La Fondazione, si legge ne sito web ufficiale, «favorisce la ricerca, sostiene la cultura e i giovani studiosi, erogando anche borse di studio, e promuove pratiche terapeutiche e forme innovative di sostegno per persone con disagio psichico o problematiche neurologico-psichiatriche. La sede operativa […] è oggi un raffinato spazio per studiare e per incontrarsi, per seminari e incontri, dotato di una piccola collezione di quadri e oggetti d’arte, di biblioteca e foresteria».

Domani, 19 aprile, in questi spazi Marcello Maloberti, attraverso un talk-performance realizzata in collaborazione con la Galleria Raffaella Cortese (i cui posti per il pubblico sono andati immediatamente esauriti), offrirà un tributo ed elogio a Milva, spentasi nel 2021, che è stata e continua a essere musa ispiratrice per l’artista, nonché per il pubblico internazionale. Durante questo tributo, ha anticipato l’artista, «Il linguaggio diventa performance attraverso la lettura di UNA CANZONE PER MILVA, una lettera scritta in prima persona e rivolta alla cantante. Un atto poetico che risuona attraverso la voce. Una commistione di linguaggi e format diversi che virano dalla lettera alla poesia, e che prendono forma attraverso una dichiarazione d’amore».
In merito la galleristaRaffaella Cortese ha dichiarato: «ho sempre trovato che Marcello, in ogni sua azione, è creativo in un modo unico e prezioso. Per Fondazione Insula Felix ha pensato ad un excursus spontaneo e performativo, in cui darà grande rilevanza al frammento pronunciato oralmente, mantenendo vivo l’interesse per uno spirito gioioso e leggero, di vera partecipazione».

Abbiamo voluto provare a catturare l’intensità delle collaborazione tra Martina Corgnati e Marcello Maloberti attraverso un loro breve scambio epistolare, pensato per ArtsLife. Qui sotto le due lettere.

Foto dell’album Dedicato a Milva da Ennio Morricone, ne ho parlato

 

«Cara Martina,

ti ringrazio molto per il tuo invito e per aver pensato a me come primo evento legato all’arte, nella tua Fondazione Insula Felix.

Nel mio libro MARTELLATE (Scritti Fighi 1990-2019), in una delle pagine, avevi notato subito la mia scritta ‘W MILVA’. Tutto il libro racchiude i miei pensieri scritti a mano con un pennarello nero su foglio bianco. A VOCE SCRITTA.

Ho sempre pensato che tua MADRE fosse sintesi di professionalità, carattere, bellezza, coraggio e forza. Ha creato un’alchimia tra la sua voce e la sua immagine, che profuma di mitico. Per noi è un riferimento.

Mi piace l’idea di parlare di MILVA come in una sorta di performance, dove la performance è la parola stessa. LA VOCE DELLE MANI È LA SCRITTURA.

PERFORMARE IL LINGUAGGIO, senza far vedere nessuna immagine e senza sentire la sua musica, ma evocandola solo con le mie parole.

IL ROSSO DEI SUOI CAPELLI SEMBRA NATO DAL LITIGIO TRA IL ROSSO DI MATISSE E IL ROSSO ROTHKO.

Kafka dice che non si scrive di magia, ma si chiama la magia.

Non si chiama solamente una persona, ma si chiamano anche i fiori, i mari, come se chiamassimo il mondo ad alta voce. L’ICONA È CANTARE IL TUO NOME.

Nella casa in Via Serbelloni 9 è come se la bellezza di MILVA avesse un respiro e si sposasse con il quartiere, IL SUO CORPO NON HA RUMORE.

Cammino SOVRAPPENSIERO per piazza Eleonora Duse, per Villa Necchi Campiglio, scorgendo la Vittoria Alata, scultura di Adolf Wildt, ravvisando i fenicotteri rosa di Villa Invernizzi. È un perdersi nel vagare tra le vie liberty di Milano, che tua MADRE amava molto.

Come per tua MADRE, anche per noi non c’è separazione tra arte e vita e vita e arte.

Essendo entrambi insegnanti, tu critica e storica dell’arte, io artista, il punto d’incontro alla fine rimane sempre l’arte, che racchiude il nostro sentimento e quello dell’umanità. IL NOSTRO IRRIDUCIBILE AMORE.

MARTINA VOGLIO CHE SI SAPPIA CHE ABBIAMO LA STESSA FORMA DI TIMIDEZZA.

Mi ha fatto molto piacere abbracciarti l’ultima volta,

e ti riabbraccio ancora,

W MARTINA,

tuo Marcello

30 marzo 2023»

Il lavoro di Marcello Malboerti. Courtesy l’artista e Galleria Raffaella Cortese

«Caro Marcello,

io penso che tu sia inimitabile: inimitabile il modo in cui franchezza e reticenza si congiungono in te, nelle tue asserzioni e nel tuo lavoro. Quando ho deciso di trasformare in fondazione l’appartamento in cui mia madre ha vissuto quarant’anni l’ho fatto pensando di aprire quello che era rimasto chiuso ma anche di trasformare la memoria in progetto, in modo rigoroso sì ma vitale. Un luogo con un’aura, la sua, ma non un museo di Milva; pochi oggetti, pochi quadri che lei ha amato, soprattutto una biblioteca specializzata in storia dell’arte – la mia, in rapido accrescimento – aperta a studenti e a studiosi e uno spazio per fare ricerca, seminari, incontrarsi e dedicarsi anche a chi vive esperienze di disagio, psichico e neurologico – amici medici si occupano di questo, ma tutte le nostre iniziative le puoi trovare sul nostro sito.

Tu mi dici, cosa c’entro io, cosa c’entra l’arte contemporanea? Beh, tu ed io ci viviamo in mezzo. Da sempre. È parte imprescindibile della nostra vita e l’idea di includerla nel progetto della fondazione c’è sempre stata. Qualche volta, a piccole dosi: e per il primo evento ho pensato a te, che il giorno della scomparsa di mia madre hai saputo mandarmi un messaggio di lapalissiana semplicità ma grande efficacia che mi ha impressionata. Grazie a te, che hai accettato di animare la Fondazione con la tua presenza, e grazie alla carissima Raffaella Cortese che è in questo nostra complice. Noi siamo molto piccoli, sedici posti appena, ma i tuoi gesti e le tue parole vivranno di una vita seconda nel mondo digitale e spero saranno apprezzati da tutti, da quanti più possibile. Mi piace l’idea che tu non voglia mostrare niente, esaltando la trasparenza delle presenze che questo luogo conserva. Mi piace anche che per te la figura di mia madre sia modello, e stimolo, sia una specie di magnete che ti attira verso l’alto. Ti avevo scritto, ti ripeto, che a mio parere per te il meglio deve ancora arrivare. È una sfida non facile, ed è una sfida continua. Ma so, sento, che condividi il mio pensiero di trasmettere qualcosa, di lasciare qualcosa non solo “in orizzontale”, nello spazio, ma nel tempo, attraverso le generazioni. Insegnare è anche questo no?

Ci vediamo il 19.

Un grande abbraccio

Martina

4 aprile 2023»

Gli spazi della Fondazione Insula Felix a Milano

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