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Intervista a NONE collective, tra grandi installazioni multimediali e archeologia con Brixia, al Museo di Santa Giulia di Brescia

NONE collective, Brixia, installation view, Museo di Santa Giulia, 2023. Photo credits NONE collective
NONE collective, Brixia, installation view, Museo di Santa Giulia, 2023. Photo credits NONE collective

“Il contemporaneo rilegge il classico” è la definizione che gli artisti stessi danno di Brixia, la grande installazione permanente di NONE collective, costituita da tre installazioni multimediali permanenti del lavoro che dalla fine dei gennaio scorso accoglie il pubblico nella nuova sezione archeologica del Museo di Santa Giulia a Brescia, realizzata in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

«Grazie all’ampia esperienza in ambito museale e nella produzione artistica legata ai nuovi media, – hanno spiegato – NONE collective affianca alla bellezza senza tempo dei reperti archeologici romani la meraviglia delle arti digitali creando un viaggio immersivo, che valorizza sia le necessità divulgative sia l’esperienza estetica ed emotiva.
Le tre installazioni artistiche multimediali, diverse tra loro per tecnica e contenuti, propongono una nuova forma di storytelling museale in cui i temi, i materiali storici e iconografici vengono interpretati e restituiti al visitatore senza l’intermediazione di testi o voci narranti, ma come percezioni sensoriali dirette che diventano emozione e poesia. Sono state ideate e realizzate da NONE Collective, in collaborazione con il gruppo curatoriale di esperti archeologi di Fondazione Brescia Musei».

Nell’intervista qui sotto NONE collective ci ha raccontto Brixia e la propria ricerca artistica. Proseguendo nella lettera, potete, inoltre trovare una dettagliata descrizione del lavoro.

Silvia Conta: Come è nato il progetto con Fondazione Brescia Musei?

NONE Collective: «Il progetto è iniziato nel 2019 con la richiesta di un intervento multimediale all’interno dell’ala museale dedicata all’età romana, dove già era presente un’operazione di riallestimento degli spazi, dei reperti e delle opere esposte.
Da subito abbiamo collaborato con entusiasmo con il team curatoriale della Fondazione, Marcello Barbanera e Francesca Morandini, che ci ha guidato nell’immaginare interventi permanenti negli spazi, abbiamo raccolto le tematiche da approfondire rispetto agli eventi della città di Brescia e il suo infinito bagaglio storico, archeologico e culturale». 

NONE collective. Photo credits NONE collective

SC: A Brescia avete realizzato tre installazioni multimediali, come vi siete relazionati con il patrimonio museale e quali aspetti della vostra ricerca emergono in particolare da questi lavori?

NC: «Il dialogo con il team curatoriale, la Fondazione e gli archeologi è stato subito di interazione completa e scambio di prospettive divulgative. L’archivio del museo di Santa Giulia che ci è stato messo a disposizione, è un tesoro di scoperte tra disegni, incisioni, epigrafi, dipinti, fotografie e tanti altri materiali che abbiamo selezionato e adattato nelle tre installazioni. Il percorso di narrazione ha una forte impronta stilistica sull’utilizzo della luce, di oggetti e spazi aumentati e come è nostra consuetudine si relaziona allo spazio che possiede una propria esistenza di luce. La dinamicità degli eventi in scena è scandita da colonne sonore composte appositamente e ambienti sonori che entrano in sincronia e armonia con la composizione e che incantano i visitatori in una continua mutazione dell’ambiente, emozionando e stimolando la percezione e la sensorialità.
Utilizzare strumenti tecnologici connessi tra loro e sincronizzati nella moltitudine di eventi disegnati con il laser, luci a led e videoproiezioni ci hanno permesso di dare una fluidità degli elementi in scena, rimanendo fermi su ambienti suggestivi e divulgativi al tempo stesso.
Le tre installazioni artistiche multimediali, diverse tra loro per tecnica e contenuti, propongono una nuova forma di storytelling museale in cui i temi, i materiali storici e iconografici vengono interpretati e restituiti al visitatore senza l’intermediazione di testi o voci narranti, ma come percezioni sensoriali dirette che diventano emozione e poesia».

NONE collective, Brixia, installation view, Museo di Santa Giulia, 2023. Photo credits NONE collective

SC: Più in generale quali sono i cardini della vostra ricerca? E come si incontrano patrimonio culturale e produzione legata ai nuovi media loro nella vostra ricerca? 

NC: «Affascinati da sempre nelle relazioni tra uomo e macchina, progettiamo esperienze immersive, installazioni multimediali, opere d’arte digitali che esplorano l’espansione dei confini della percezione umana attraverso l’uso della tecnologia. Indaghiamo le relazioni tra abitudini, pratiche sociali e l’emergere di nuovi strumenti nella cultura digitale.
Nel museo di Santa Giulia abbiamo cercato di evocare nel visitatore la meraviglia che si prova scoprendo la città di Brescia e la sua storia. Il nostro obiettivo è stato quello di usare un linguaggio universale che potesse raggiungere un pubblico vasto, che fosse in grado di coinvolgerlo attraverso molteplici livelli di lettura ed emozionarlo senza bisogno di spiegazioni, così come avviene quando si osservano i capolavori dell’antichità».

NONE collective, Brixia, installation view, Museo di Santa Giulia, 2023. Photo credits NONE collective

SC: Potete farci qualche esempio di opere realizzate in altri luoghi?

NC: «Con tematica e contenuti diversi dall’archeologia, nel 2019 abbiamo progettato e realizzato il MIAC (Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema) a Roma presso gli ex laboratori di sviluppo e stampa di Cinecittà, 12 sale, 1600 mq, in cui abbiamo esplorato la storia dell’audiovisivo italiano e condotto i visitatori in un’esperienza immersiva unica nel suo genere. Scenografie aumentate, multiproiezioni, paesaggi scultorei e sonori si alternano nei temi del percorso, un racconto non lineare e percettivo di estratti e icone che da sempre fanno parte del legame con l’esperienza del cinema italiano.
Nel 2017 abbiamo realizzato, in seguito alla vincita di un bando del Comune di Firenze, un’installazione cinetica site specific negli spazi del Tribunale di Giustizia.
La sistematicità della scultura insieme alla luce rappresenta la ricerca dell’equilibrio, simbolo per antonomasia di imparzialità, riflessione ed equità».

NONE collective, Brixia, installation view, Museo di Santa Giulia, 2023. Photo credits NONE collective

SC: Dove potremo vedere i vostri lavori nel prossimi mesi? Quali progetti avete in preparazione per i prossimi mesi?

NC: «Stiamo navigando su delle rotte nuove, che ci permettono di esplorare nuovi luoghi e linguaggi, tenendo fermo il campo ancora non totalmente esplorato delle relazioni tra essere umano e macchina. In particolare stiamo portando avanti uno spettacolo multimediale che prende spunto da un celebre romanzo distopico, in cui lo spazio scenico è un’architettura tecnologica e i dispositivi performativi sono controllati dal vivo. La pratica performativa ci permette di esplorare, attuare degli esperimenti transmediali che toccano da vicino le abitudini e i contesti che viviamo quotidianamente sia a livello percettivo che sensoriale».

NONE collective, Brixia, installation view, Museo di Santa Giulia, 2023. Photo credits NONE collective

Il percorso creato dalle tre installazioni

«Nella prima sala – ha ricordato il museo – s’incontra l’installazione Forme e luoghi della memoria, che evoca il percorso di tutela e valorizzazione dell’eredità antica della città a opera della comunità bresciana. Nella campata centrale un box nero specchiato, come fosse una sorta di scatola della memoria, sembra far affiorare dal terreno una molteplicità di lastre trasparenti illuminate con incisioni di antiche cartografie di Brescia; le memorie bresciane sembrano emergere dal box e prendere vita sulla pala retrostante, dove immagini ad alta risoluzione mettono in luce le radici profonde di una sensibilità civile non comune.

L’installazione multimediale La Vittoria Alata. Viaggio di un mito racconta la storia, l’iconografia e le caratteristiche tecniche di questo capolavoro dell’arte classica. Una statua in bronzo del I secolo d. C. esposta nel vicino Capitolium. La narrazione si sviluppa su un tableau centrale (di circa 4m x 2m), trattato con una vernice ai pigmenti di fosforo e illuminato da un laser e un proiettore, accompagnato lateralmente da due grandi pareti ad arco. L’unione della luce ad alta intensità del laser con l’alta definizione delle proiezioni sulla parete al fosforo crea effetti inconsueti, scie luminose che lentamente decadono e che evocano la presenza della statua ora trasferitasi presso il Capitolium.  

Il percorso si conclude con Architettura, Uomo e Natura, un’installazione composta da una multiproiezione che evoca i luoghi e le architetture in cui va in scena la vita dell’uomo dall’età antica sino ad oggi. Gli spazi, le assi, le geometrie e le forme si affiancano allo scorrere del tempo, alla ciclicità della natura e hanno come filo conduttore la presenza dell’uomo.

Attraverso la tecnica del video mapping e l’illuminazione dinamica, tre reperti presenti in questa sala diventano parte della narrazione proprio come i visitatori che si ritrovano immersi prima nel foro di Brixia (l’antica Brescia), poi in una domus e infine nel teatro. 

Questo progetto è promosso da Fondazione Brescia Musei, Comune di Brescia, Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, con il supporto di Regione Lombardia, Fondazione CAB e Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Lions Brescia Vittoria Alata e la sponsorizzazione tecnica di Agliardi e A2A».

NONE collective, Brixia, installation view, Museo di Santa Giulia, 2023. Photo credits NONE collective

 

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