Uno spuntino da 120 mila dollari! Ecco la “performance” di Noh Huyn-soo che mangia la Banana di Cattelan e i suoi 15 minuti di celebrità warholiani in un video del Guardian
Uno studente d’arte sudcoreano ha rimosso la banana di Maurizio Cattelan dal muro del Leeum Museum of Art di Seoul dove era esposta (è l’installazione “Comedian” che aveva fatto scalpore a Miami quando era stata esposta nel 2019 nella fiera Art Basel Miami Beach -> leggi qui) e l’ha mangiata davanti ad altri visitatori del museo che sono rimasti attoniti. Poi ha riattaccato la buccia al muro usando lo stesso nastro adesivo. Lo studente si chiama Noh Huyn-soo e ha dichiarato di aver mangiato «perché aveva fame». La banana è stata prontamente sostituita. È esposta all’interno della mostra “Maurizio Cattelan. We”, la più grande monografica dell’artista dopo quella del Guggenheim a NYC nel 2011. L’episodio è avvenuto qualche giorno fa, il 27 aprile.
Non è la prima volta che Comedian si trova protagonista di “spuntini costosi”: già l’artista newyorkese David Datuna, classe 1974, aveva avuto questa idea. Proprio durante fiera del debutto dell’installazione aveva mangiato l’opera staccando davanti agli occhi di tutti il frutto da 120 mila dollari dalla parete della galleria Perrotin dichiarando: “Il mio gesto è un gesto d’artista, si chiama Hungry Artist”(leggi qui). In questa occasione la galleria non aveva avanzato nessuna azione legale nei confronti di Datuna e aveva dichiarato “comunque in poco tempo la banana sarebbe stata sostituita con un’altra meno matura, l’opera è l’idea, non l’oggetto stesso”. Così anche il Leeum Museum ha fatto sapere che non chiederà danni allo studente.
«Le banane sono un simbolo del commercio globale, un doppio senso, e sono un classico dispositivo per l’umorismo» così descriveva Comedian il gallerista Emmanuel Perrotin. L’installazione della banana attaccata alla parete con del nastro adesivo ricorda un’altra bizzarra idea dell’artista padovano che, più di una ventina d’anni fa, aveva appiccicato alla parete con molti pezzi di nastro adesivo il gallerista Massimo De Carlo.