Report di una serata che non è un semplice open studio, e nemmeno una “mostra” nel senso tradizionale del termine, ma un colpo di mano a colpo di…MOP!
Quando si dice che Venezia è contemporanea, profondamente contemporanea più oggi che in altri momenti storici, si tende a volte a ingigantire la cosa in maniera assurda trasformando di fatto la cosa (talvolta) in un assurdità.
Eppure Venezia è contemporanea e lo è davvero perché nonostante si cerchi di farla solo vivere di musei ed attività istituzionali come Biennali e carnevali, in città ci sono diversi luoghi e diverse associazioni, realtà, persone tra addetti ai lavori e non, che combattono una battaglia silenziosa verso una città diversa dai classici eventi.
In questi mesi ne abbiamo parlato parecchio in questa sede, e oggi vi raccontiamo di un evento che gli inglesi definirebbero un one shot!, ovvero un unico colpo, una unica data, una unica serata.
MOP non un open studio ma è proprio questo, una serata, un unica data per poter ammirare presso SV San Vidal le opere dell’artista Eleonora Rinaldi che in questa sede ha fatto una residenza di circa un mese e mezzo e che adesso ha messo in scena il risultato di questa esperienza.
Il 12 maggio ore 18 siamo un pò tutti lì a San Zaccaria a chiederci cosa ci riserverà questa serata, perché sarà diversa dalle altre esposizioni o inaugurazioni in città e perché questa scelta azzardata di un unica data. Ma sopratutto ci si chiede come mai dare un titolo come MOP che in inglese significa mocio? L’arcano viene svelato quando l’artista spiegando le sue opere, ammette che ha usato fisicamente un micio per dipingere alcune parti delle sue tele per creare un effetto non tradizionale, ed ecco che tutto torna.
Eleonora Rinaldi è una pittrice diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, in quella famigerata aula F quasi leggendaria, e ha all’attivo diverse mostre collettive e ha vinto diversi premi tra cui il premio atelier alla sesta edizione del premio internazionale We Art Open da cui la sua residenza allo spazio SV San Vidal.
Lo spazio SV San Vidal ha una storia importante in città, perché da qui sono passati grandi e piccoli artisti che hanno lasciato traccia sul tessuto artistico veneto e nazionale come Felice Carena, Tancredi Parmeggiani, Virgilio Guidi e Mario de Luigi tanto per citarne qualcuno. Il suo direttore è Christian Palazzo, professionista del settore che sta cercando di aprire gli spazi sempre di più ad attività artistiche rivolte alle nuove leve come originariamente era lo scopo di questa associazione veneziana.
L’importanza di un evento come una mostra che nasce di fatto da un esperienza di atelier ma che deve essere fruibile solo nel contesto di poche ore di un unica data, fa riflettere e molto sull’argomento che riguarda la fruibilità delle mostre e di quanto sia importante anche avere il tempo necessario per codificare e riflettere sulle opere che si vedono.
Disegni e quadri realizzati nel mese e mezzo di residenza della giovane artista friulana, dimostrano che se l’esposizione è ben congegnata, ben studiata e le opere sono il risultato di un processo creativo senza troppi intoppi, creare un evento di poche ore ed in un unica data è un idea rivoluzionaria e da seguire. Diventa quasi un progetto per pochi intimi come quei concerti che si fanno per riscontrare il calore del pubblico alle nuove canzoni e questa sensazione in MOP non un open studio c’è, tutta.
I due piani dello spazio SV San Vidal sono congeniali e la mostra è interessante sia nei punti dove troviamo grandi quadri sia nei punti dove possiamo osservare e scoprire come l’artista studia la figura disegnandola prima su carta e solo dopo la trasporta su tela in grandi o medi formati, o dove la luce entra silenziosa nella pittura.
MOP è un azzardo a livello di progettazione di una mostra, ma è di altissima qualità sia per la dialettica intrapresa, per l’innovazione e per la forza contemporanea che possiede ed ovviamente per le opere esposte, un one shot ben riuscito!